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Elezioni regionali Abruzzo: il sindaco di Chieti si dimette e si candida come governatore

Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, si è dimesso.
Il primo cittadino teatino ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico ricoperto nella serata di ieri, venerdì 14 settembre.

Alla base della decisione, quella di candidarsi per le prossime elezioni regionali in Abruzzo.
Lo stesso Di Primio ha annunciato di voler concorrere ” in qualità di candidato del centrodestra, alla carica di presidente della Regione Abruzzo alle prossime elezioni”.

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Nella giornata di ieri un altro sindaco, quello di Città Sant’Angelo, Florindi, aveva annunciato di voler restare alla guida della città angolana, rifiutando una candidatura alle Regionali (leggi i dettagli QUI).
Nei giorni scorsi lo stesso passo appena compiuto dal sindaco Di Primio era stato fatto da Antonio Luciani, primo cittadino “dimissionario” di Francavilla (leggi i dettagli QUI), mentre il sindaco di San Giovanni Teatino, Luciano Marinucci, aveva annunciato di non volersi candidare alle prossime elezioni, restando in sella alla guida della città in provincia di Chieti (leggi QUI).

Come accennato per quanto riguarda Umberto Di Primio, il sindaco di Chieti ha spiegato i dettagli sulle motivazioni che lo hanno spinto alla decisione di dimettersi e di candidarsi come governatore della Regione Abruzzo.
Ecco la nota integrale diffusa dal sindaco teatino tramite il proprio account su Facebook:

Ieri sera ho rassegnato le mie dimissioni da sindaco al fine di poter concorrere, in qualità di candidato del centrodestra, alla carica di presidente della Regione Abruzzo alle prossime elezioni .
Una scelta necessaria, condivisa con la mia maggioranza politica, perché nella nostra Regione esiste un’assurda legge elettorale che costringe i sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 5000 abitanti di dimettersi, ancor prima di essere eletti, in caso di candidatura alla carica di consigliere regionale o di presidente della Regione. Una limitazione, che per vero esiste anche in caso di candidatura in Parlamento, all’elettorato passivo di cittadini che hanno quale unica colpa quella di essere stati eletti sindaco.
Il centrodestra abruzzese, in questo momento, può contare su candidati di estrema qualità e ciò mi induce ad essere fiducioso su una riconquista della regione ma, allo stesso tempo, tengo a precisare che, qualora non fossi io il candidato al ruolo di presidente continuerò ad occuparmi della mia città come sindaco; non sarei disponibile, difatti, a concorrere per la carica di consigliere regionale, seppur più comodo e maggiormente remunerativo, perché non è il carrierismo politico che mi interessa ma il bene della nostra regione.
Quello di Governatore è un incarico che sento di poter assolvere nel migliore dei modi, in quanto certo di poter unire tutte le espressioni esistenti nel centrodestra. La candidatura è stata offerta soprattutto sulla scorta della mia esperienza di amministratore, avendo in questi anni quotidianamente affrontato con mano i problemi delle persone, alle quali vanno date risposte e non fatte promesse, e mettendo a disposizione il lavoro e le relazioni istituzionali e personali costruite a Roma quale Vice presidente dell’Anci e componente delle Conferenze Stato-città ed Unificata. Quest’enorme bagaglio umano sarà con me, qualora dovessi servire una comunità più vasta, l’intera regione. Sarò infatti il portatore sano del ‘campanile’ Abruzzo, coltivando l’interesse generale e ascoltando quella parte di società che non solo è impegnata in politica ma è linfa vitale ovvero la società civile, il mondo dell’impresa e delle professioni, il mondo dei comuni, piccoli e grandi, vera palestra per chi ambisca ad amministrare la regione e a governare il Paese. La coalizione avrà 20 giorni di tempo per prendere una decisione e io altrettanti per poter ritirare le mie dimissioni. In questo periodo, tengo a precisare a beneficio di tutti, che non vi sarà alcuna compressione delle potestà che sono rimesse in capo al sindaco e la Giunta continuerà ad operare con pienezza di poteri.
IL PROGRAMMA REGIONALE – In questi mesi ho studiato insieme ad alcuni professionisti e rappresentanti delle istituzioni i problemi che vengono avvertiti con maggior forza in Abruzzo: su questi costruiremo il programma di governo per il futuro della regione.
Si partirà da un welfare in grado di contenere politiche per l’occupazione e il sostegno alle imprese abruzzesi: l’Abruzzo non può continuare ad essere una terra di addii ma un territorio di nuovi investimenti. Si proseguirà con una politica sanitaria che, tenendo a bada i propri bilanci economici, allo stesso tempo garantisca servizi, soprattutto in taluni territori. La mia idea è che un ospedale e forse anche più di uno possano ritornare a funzionare. C’è poi il tema che tutti conoscono e vorremmo più valorizzato che è quello dell’Abruzzo dei Parchi, della montagna, del mare, il riequilibrio tra aree interne e zone costiere, il dissesto idrogeologico; la risoluzione dei problemi riguardanti le città colpite dal terremoto, L’Aquila e l’area teramana, recuperando il tempo perso; la modernizzazione del territorio soprattutto dal punto di vista infrastrutturale, dalle strade al digitale; maggior attenzione alla Macroregione Adriatico-Ionica, il Corridoio 5, l’Interporto di Manoppello.
L’IMPEGNO PER CHIETI – Nel frattempo continuerò a lavorare alacremente per Chieti ed i suoi cittadini, soprattutto per far fronte e rispondere alle assurde azioni mortificatrici e penalizzanti del governo nazionale, vedi tentativo di eliminare i finanziamenti del decreto periferie, o di quello regionale, mancanti finanziamenti per emergenze, mancata erogazione fondi teatro. Farò come sempre la mia parte e la farò fino alla fine, agirò come se tutto debba farsi entro i prossimi 20 giorni, continuerò a pensare e programmare avendo in mente quale obiettivo il 202.

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