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I fringe benefit raddoppiati saranno confermati anche nel 2022?

Si chiamano fringe benefit e rappresentano benefici accessori o secondari che consentono di migliorare notevolmente la vita dei dipendenti.

Sono regolamentati dall’articolo 2099 comma 3 del Codice Civile e prevedono che un collaboratore, oltre alla normale retribuzione, possa essere ricompensato con benefit aziendali.

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Le società, nell’ottica del welfare aziendale, vi fanno spesso ricorso anche perché offrono una serie di benefici a livello fiscale.

Non a caso nel 2020 è stato introdotto il raddoppio dell’importo dei fringe benefit detassati, misura che è stata confermata anche per tutto il 2021.

In pratica le aziende hanno potuto offrire ai loro dipendenti dei servizi di welfare del valore di 516,46 euro, cioè il doppio dei 258,23 euro indicati dalla normativa, totalmente esentasse.

La misura sarà rinnovata anche per il 2022? Se ne sta discutendo ma tutte le forze politiche spingono verso questa direzione.

I fringe benefit in busta paga aumentano il potere d’acquisto dei dipendenti, che possono svolgere il loro lavoro con maggiore serenità, risultando quindi più produttivi.

Le aziende vedono la loro produttività aumentare, possono attrarre maggiori talenti, riducono il turn over e accedono a diverse agevolazioni in chiave fiscale.

In generale questa misura può rivitalizzare l’economia italiana, che ha vissuto e sta ancora vivendo un periodo particolarmente complicato a causa dell’emergenza epidemiologica.

Diversi parlamentari di Forza Italia, Lega, Movimento 5 Stelle e PD hanno presentato degli emendamenti alla Legge di Bilancio, chiedendo appunto di confermare il raddoppio dell’importo dei fringe benefit.

Roberta Toffanin, imprenditrice padovana di Forza Italia, ritiene che gli strumenti di welfare aziendale diano maggiore stabilità alle famiglie, e che rappresentino strumenti essenziali per rilanciare l’economia.

Secondo la parlamentare è giusto che i benefit offerti vengano defiscalizzati, dando così più respiro alle stesse aziende.

Emmanuele Massagli, presidente dell’AIWA, spiega che i fringe benefit vanno al di là del welfare aziendale. Tra i vari beni e servizi sono infatti compresi: polizze assicurative, assistenza sanitaria, finanziamenti agevolati, alloggi messi a disposizione del dipendente e tanto altro ancora.

Tali servizi migliorano la qualità della vita del collaboratore, ma in generale della persona e della famiglia. Una misura per dare dignità a tutti i dipendenti, anche al di fuori dell’ambito lavorativo.

Nel periodo della pandemia i fringe benefit sono stati usati per acquistare igienizzanti, mascherine ma anche dispositivi digitali per la didattica a distanza.

Sulla stessa lunghezza d’onda Valentino Santoni, ricercatore di Secondo Welfare, secondo il quale i fringe benefit possono essere usati anche per scopi sociali.

Ripetizioni ai bambini e visite mediche sono solo alcuni dei servizi accessibili proprio tramite i fringe benefit. Come spiega Santoni sono strumenti che vanno regolamentati al meglio per permettere a tutti i dipendenti di beneficiarne, indipendentemente dall’area geografica e dal settore lavorativo in cui operano.

Nei prossimi giorni si discuterà degli emendamenti presentati ed il 31 dicembre, quando verrà approvata la Legge di Bilancio, si saprà se sarà riconfermato il raddoppio dell’importo dei fringe benefit detassati.