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Via Rio Sparto, i residenti di un palazzo Ater bloccano la strada con i cassonetti [FOTO]

Mattinata agitata in via Rio Sparto dove i residenti del palazzo Ater al numero civico 15 dallo scorso anno non dispongono più dell’ascensore andato distrutto in una notte di maggio 2017 a causa di un incendio doloso.
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Da quel momento, nonostante molti degli alloggi siano occupati da persone anziane con difficoltà di deambulazione, l’Ater non ha ancora posto rimedio.

Questa mattina, al fianco di coloro che vivono nel palazzo, si è schierato il consigliere comunale Massimiliano Pignoli, che in segno di protesta ha montato una tenda al di sotto dell’edificio e si è accampato in attesa di ottenere risposte dall’azienda che gestisce gli alloggi popolari.

Ma l’esasperazione ormai quotidiana nella quale vivono i residenti ha portato questi ultimi a mettere in atto una eclatante protesta con il blocco del traffico veicolare in via Rio Sparto con il posizionamento, in mezzo alla carreggiata, dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti.

Sul posto è anche intervenuta la polizia e solo dopo diversi minuti gli animi si sono calmati e la situazione è tornata alla normalità.

«La situazione», afferma Pignoli, «è davvero esasperante perché sono persone anziane da un anno costrette a scendere con le barelle della Croce Rossa e delle altre associazioni dal palazzo dell’Ater. Dall’Ater sentiamo promesse su promesse sulla data di inizio dei lavori che però non vengono mai avviati. Ho fatto montare una tenda e starò lì fino a quando quelli dell’Ater non verranno qui a rassicurare queste persone per il grave problema che vivono. È una situazione davvero incresciosa, mi aspetto che l’Ater intervenga immediatamente».

«Qui sono già morte tre persone», fa sapere uno degli inquilini, «perché non ce la facevano più a salire le scale. Mia madre ha 84 anni e mio padre 85 e devono salire a piedi fino al quinto piano. Noi abitiamo al sesto piano e il tetto non ci sta più».

«L’ingegner Morelli», riferisce un’altra residente, «mi disse che il primo marzo sarebbero venuti a fare i lavori ma nessuno si è visto».

«Questo è un palazzo irreale», dice un’inquilina, «un castello dove ci sono dei fantasmi che siamo noi», «io ho due bambini», aggiunge una madre, «e loro piangono tutti i giorni perché il palazzo gli fa paura. Sono successe troppe cose brutte in questo edificio, non sappiamo più come fare e come agire. Nessuno ci vuole aiutare».