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Rincari autostrade A24-A25, Confcommercio: «Decisione assurda»

«Un assurdo rincaro dei pedaggi sulle autostrade A24 e A25». Questa la netta posizione che esprime la Confcommercio di Pescara per il nuovo balzello che gli automobilisti abruzzesi saranno costretti a pagare per usufruire dei tratti autostradali che collegano a Roma.

Per l’associazione di categoria si tratta di un aumento che non si giustifica in alcun modo in considerazione degli scarsi servizi assicurati e ritiene che sia un altro duro colpo per l’economia abruzzese che rischia di perdere ulteriore competitività rispetto ad altre regioni limitrofe.

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Questa la chiara posizione di Franco Danelli, presidente di Confcommercio:

«Occorre ritirare il provvedimento di aumento e rielaborare le tariffe in base alla reale offerta di servizi, tra le più scarse d’Italia, che chiunque può riscontrare sulle tratte A24 e A25. Basti pensare al fatto che, oltre alla carente manutenzione che da sempre caratterizza sia la A24 che la A25, occorre percorrere oltre cento chilometri partendo da Pescara per incontrare una stazione di servizio dove fare rifornimento e usufruire dei servizi igienici. In base a questo, ci saremmo aspettati non solo il blocco delle tariffe ma addirittura una riduzione delle stesse anche in considerazione dei costanti disservizi che si incontrano proprio su A24 e A25, dove cantieri e manutenzione sono sovente presenti con i relativi negativi riflessi sulla scorrevolezza del flusso veicolare. E non ci vengano a dire che gli aumenti sono ancora destinati a finanziare i lavori delle complanari romane, quando tali opere devono essere a carico del Comune di Roma della Provincia di Roma e della Regione Lazio e non certo degli utenti abruzzesi».

Decisamente critico anche l’ex consigliere comunale e regionale Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista:

«Avevo lamentato la latitanza del presidente D’Alfonso e della sua maggioranza sulla questione dell’ennesimo aumento dei pedaggi. Devo dire che ora che D’Alfonso e D’Alessandro hanno parlato sono ancor più preoccupato: la sensazione è che stiano difendendo Strada dei parchi-Toto piuttosto che gli abruzzesi e che si intenda cogliere l’occasione della polemica sui pedaggi per mettere in campo una serie di azioni a favore dell’impresa amica. D’Alfonso ci prende anche in giro dichiarando che il “peccato originale” risiede nella privatizzazione decisa nel 2001: quella privatizzazione fu decisa dal quel centrosinistra di cui lui era importante esponente e non si ricorda nessuna azione da parte dell’allora presidente della Provincia contro mentre è nota la corrispondenza di amorosi sensi di antica data tra D’Alfonso e il gruppo che si aggiudicò la concessione. Rifondazione Comunista può rivendicare di essere stato l’unico partito a opporsi a quella vergognosa operazione».