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Omicidio via Tibullo, l’autopsia non conferma la versione dell’assassino

Eseguita oggi, martedì 26 gennaio, l’autopsia sui corpi del 22enne e della madre 53enne, i due polacchi uccisi domenica scorsa in via Tibullo dal reo confesso Maksym Chernysh, ucraino di 26 anni.
In base all’esito dell’esame autoptico, durato quasi 7 ore, la morte di Arkadiusz Miksza e di Kystyna Miksza sarebbe stata provocata dalle coltellate inferte alla gola e al collo a entrambi.

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L’autopsia eseguita dal medico legale Ildo Polidoro, su incarico del pm Salvatore Campochiaro avrebbe inoltre confermato che la donna è stata colpita solamente da coltellate, mentre il figlio sarebbe stato anche colpito con la mazza da baseball (ritrovata subito dopo l’omicidio nel borsone abbandonato), come dimostrerebbero le lesioni da corpo contundente alla testa.

Una trentina circa sarebbero stati i fendenti sferrati dall’assassino alle due vittime.
Oltre all’esito dell’autopsia, nella giornata odierna sono stati portati a termine i rilievi effettuati dai carabinieri del Ris nella mansarda dove è avvenuto il duplice omicidio.

I militari hanno rinvenuto diverse tracce potenzialmente utili alle indagini, tra le quali anche un pezzo del manico della mazza da baseball.
In base alle tracce la 53enne sarebbe stata aggredita per prima quando si trovava ancora sulla porta di casa; questa tesi sarebbe pertanto in contrasto con quanto dichiarato dall’omicida al pm.
Il 26enne ucraino ha infatti detto di essersi difeso.

La donna uccisa, in base alle impronte presenti sul montante della porta d’ingresso, avrebbe anche cercato di resistere quando l’assassino l’ha trascinata in casa dal pianerottolo.