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Pallanuoto, i giovani pescaresi incantati da Manuel Estiarte [FOTO]

Un pomeriggio davvero indimenticabile quello di ieri, martedì 20 dicembre, per decine di giovani pallanuotisti di Pescara che hanno avuto la possibilità di incontrare Manuel Estiarte, campione assoluto della pallanuoto mondiale e vera icona dello sport.

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Nel corso di un incontro, organizzato dalla Pallanuoto Pescara alle Naiadi, Estiarte ha ripercorso con i ragazzi tra i quali erano presenti anche le due figlie (Nicole e Rebecca) le tappe della sua carriera e spiegato quelli sono i veri valori dello sport che poi aiutano anche nella vita.

Ogni volta che passi da Pescara c’è sempre tanto entusiasmo nei tuoi confronti e della pallanuoto.

«È bello che ci sia entusiasmo, ci sono periodi diversi rispetto al passato ma Pescara è una città pallanuotistica con una grande tradizione e momenti straordinari. Adesso si sta cercando di riorganizzare un vivaio e sono sicuro che si farà del bene».

Ai giovani hai parlato soprattutto di valori, sono importanti, nella vita come nello sport?

«Parlo già come un vecchietto ma alla fine ti rimane questo quando passa il tempo e ti guardi indietro. Dai molto valore ai momenti vissuti nel percorso, non tanto al traguardo finale come l’olimpiade o il campionato del mondo vinti, anche se me li tengo stretti, ma quella strada ha valore per i compagni, le società e il tempo passato in piscina. Quello che hai imparato nel percorso è importante come i valori del gruppo, della lealtà, del rispetto, della disciplina e del sacrificio, che poi ti servono anche nella vita».

Pallanuoto e calcio sono i tuoi due sport, quali le differenze principali?

«Sono così lontani uno dall’altro ma allo stesso tempo però si scontrano nella similarità. Tutto quello che li circonda è lontanissimo: giornalisti, pubblico, entusiasmo, soldi. Ma l’essenza dello sport è la stessa: vincere o perdere, combattere o non, spogliatoio unito o disunito, mentalità positiva o negativa, questo è tutto uguale. Completamente diversi ma uguali allo stesso modo».

Quando incide il fattore economico nei valori dei due sport?

«A questi ragazzi ho cercato di far capire solo questo è stato il mio percorso, alcune cose le ho azzeccate, altre no. Il lato economico incide individualmente, dipende molto dal contesto che i giovani hanno intorno, dagli amici veri o falsi, dalla famiglia. Per giudicare si dovrebbe vivere il singolo percorso».

Per te Pescara che cosa ha rappresentato e rappresenta?

«La tappa più importante della mia vita e della carriera, non ci sono dubbi: mia moglie è pescarese, le mie figlie sono nate e cresciute qui, tanti anni di pallanuoto vissuti con scudetti e coppe, ma soprattutto con tanti amici che ancora ho come Mammarella, Pomilio, Calcaterra e tanti altri, alla fine questa è ricchezza. Sono stato 23 anni qua vivendo esperienze professionali di altissimo livello, quindi che Pescara è il cuore è poco, fa parte di me».