La questione del dragaggio del porto di Pescara continua a tenere banco, e nelle ultime ore è stato nuovamente lanciato l’allarme da parte di Forza Italia.
Con una nota firmata dal capogruppo del partito alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, è stato infatti nuovamente messo in luce il problema già segnalato tempo fa dallo stesso esponente forzista.
L’argomento è stato ripreso da Sospiri anche in seguito alla vicenda che ha visto, qualche giorno fa, alcune imbarcazioni incagliarsi per i fondali troppo bassi.
Nello specifico, il capogruppo del partito fondato da Silvio Berlusconi, in virtù di quanto avvenuto, chiede l’intervento diretto del presidente Luciano D’Alfonso sulla questione.
Al governatore Sospiri chiede, tra l’altro, di spiegare le condizioni di agibilità del porto di Pescara e gli effetti prodotti dal dragaggio.
AGGIORNAMENTO: Sull’allarme lanciato da Sospiri è giunta la replica del sottosegretario alla Giunta regionale, D’Alessandro (Leggi QUI).
Qui di seguito la nota integrale del capogruppo di Forza Italia alla Regione:
«Il porto di Pescara si sta paralizzando e il dragaggio ‘miracoloso’ del presidente D’Alfonso ha sortito effetti pari a zero. Se anche le piccole barche per la pesca giornaliera due giorni fa si sono incagliate, rivelando che i fondali del porto sono pari, addirittura, a soli 40 centimetri, vuol dire che la situazione non è seria, ma è gravissima e il nostro scalo rischia di bloccarsi. Ma soprattutto ora si spiega meglio quell’ordinanza emessa dalla Capitaneria di porto, la numero 47, firmata a fine maggio, con cui si disciplinava il transito di una sola imbarcazione per volta nelle fasi di ingresso e di uscita richiamando i ‘problemi di sicurezza’. Penso che oggi tutti abbiamo il diritto di sapere se, allo stato attuale, il porto canale di Pescara sia ancora agibile o no, lo devono sapere i cittadini, gli operatori marittimi, e anche gli amministratori.
Non parliamo di pescherecci, di tonnare o di navi mercantili, con un pescaggio importante e che quindi sono magari finite in una secca, ma parliamo di piccole imbarcazioni, quelle usate per una battuta e via, con un pescaggio irrisorio, barche che neanche nei periodi peggiori hanno avuto difficoltà, e invece oggi si sono arenate su fondali di appena 40 centimetri. Innanzitutto mi chiedo perché nessuno abbia sentito la necessità di avvisare la popolazione del reale stato dei fatti: non mi risulta che negli ultimi giorni ci siano state comunicazioni ufficiali sulla condizione dei fondali che a questo punto è drammaticamente peggiorata. Praticamente oggi è possibile attraversare il fiume, da una sponda all’altra, a piedi, un vero ‘ponte del fiume’ parallelo al ponte del mare del presidente D’Alfonso. Negli anni scorsi, dinanzi a una tale situazione, avremmo già assistito a proteste di piazza, cortei, lettere istituzionali di richiamo da parte dell’Autorità marittima. Questa volta invece un incidente di tale portata stava passando sotto silenzio, come se quei fondali di 40 centimetri fossero cosa normale. Ma soprattutto oggi si spiega in tutta la sua chiarezza l’ordinanza della Capitaneria, che a fine maggio, accennando in maniera vaga e generalizzata al problema dei fondali, delle ‘continue riduzioni delle batimetrie’, imponeva una disciplina rigorosa negli orari e nelle modalità di uscita dal porto, una misura su cui, nonostante la richiesta ufficiale, non ho mai ricevuto alcuna spiegazione. Oggi la risposta è arrivata da quelle tre imbarcazioni incagliate. Credo che a questo punto sia urgente un vertice politico nel quale il presidente D’Alfonso dovrà spiegare in modo chiaro e specifico le condizioni di agibilità del porto di Pescara, dovrà dire quali sono gli effetti prodotti da un dragaggio, peraltro ancora in corso nonostante la stagione balneare sia già partita (cosa mai accaduta in precedenza), un dragaggio che, a mio avviso, non ha prodotto benefici, ma ha determinato solo una ulteriore spesa. Ma soprattutto vogliamo sapere come il Governatore intende affrontare gli attuali problemi di insabbiamento del porto nell’attesa che partano i lavori del Piano regolatore portuale, tutt’altro che imminenti. È bene ricordare infatti che solo a fine giugno, forse, si terrà la riunione della Sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che dovrà dire se le integrazioni alle osservazioni di dicembre scorso sono sufficienti o meno. E in caso di esito positivo, comunque mancano ancora i progetti, le erogazioni finanziarie e gli appalti. In altre parole, prima della seconda metà del 2016, comunque non vedremo muoversi una ruspa sul porto di Pescara, che nel frattempo sarà completamente paralizzato nei fanghi. E a questo punto chiedo anche rassicurazioni circa la fattibilità dei collegamenti passeggeri con la Croazia, quelli sì imminenti».