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Mercatino dei senegalesi, Lerri (Forza Italia): «La montagna ha partorito il topolino»

«Dopo tanto clamore, la montagna ha partorito il topolino: il mercatino abusivo degli extracomunitari a Pescara è rimasto al suo posto, sulle aree di risulta dell’ex stazione ferroviaria, con una ‘promessa’ di delocalizzazione quando verrà trovata un’area idonea. E l’area che sarebbe destinata ad accogliere le bancarelle è la stessa individuata dall’amministrazione di centrodestra, quella recintata in via De Gasperi, di fronte all’azienda Caporale, dove per cinque anni gli stessi ambulanti si sono rifiutati di andare, perché in quello spazio entrano al massimo 25-30 commercianti, ma non i 200 che attualmente operano sulle aree di risulta. Un’area in cui per cinque anni lo stesso Pd ci ha impedito di trasferire il mercatino, accusandoci di essere ‘razzisti’. Intanto gli extracomunitari continuano a vendere sulle aree di risulta la loro merce contraffatta, senza emettere gli scontrini, né fatture, senza pagare per l’occupazione del suolo pubblico, alle spalle dei commercianti regolari che pagano migliaia di euro di tasse anche per l’aria che respirano».

Questo il punto di vista dell’ex consigliere comunale del Pdl (oggi Forza Italia) Nico Lerri in merito alla mancata delocalizzazione del mercatino dei senegalesi dall’area di risulta.

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«Per cinque anni da Presidente della commissione Ambiente in Comune mi sono occupato della problematica», sottolinea Lerri, «rappresentando quello che era ed è un problema, ossia la presenza di persone che esercitano abusivamente l’attività di vendita di merce anche contraffatta alle spalle e ai danni dei negozianti del centro che devono pagare le tasse e le imposte comunali, Imu, Ici, Tari, occupazione suolo pubblico, tassa sulle insegne, fra un po’ anche la tassa sui condizionatori d’aria. E a due passi si trovano da vent’anni a convivere con ambulanti che vendono griffe contraffatte a due euro, senza pagare neanche l’occupazione del suolo pubblico, né le bollette della luce, senza emettere un solo scontrino. Dal primo giorno di governo ho chiesto la rimozione di quel mercato, e il consigliere Acerbo ci ha organizzato con il Pd anche una fiaccolata contro, bollandoci come “razzisti”, là dove noi chiedevamo solo il rispetto della legge. Poi abbiamo scelto la linea morbida, attraverso il dialogo con il Prefetto e con i rappresentanti della comunità senegalese, cercando e individuando una nuova area in cui trasferire le bancarelle, ossia la superficie recintata di via De Gasperi, aprendo una trattativa perché comunque quell’area non può accogliere più di una trentina di bancarelle, peraltro tanti quanti sono gli ambulanti attualmente in possesso di regolare licenza e che dunque potrebbero realmente essere accolti nell’area, visto che gli abusivi non possono continuare a vendere. Ma anche questo era un problema, perché gli extracomunitari non volevano spostarsi e perché pretendevano si trovasse un’area capace di ospitarli tutti. Nei giorni scorsi però il sindaco Alessandrini ha firmato l’ordinanza per rimuovere il mercato, ha fatto la voce grossa, ha battuto i pugni sul tavolo, ha fatto tanto rumore, e tutto per nulla, visto che è arrivato il presidente della Regione D’Alfonso che lo ha messo all’angolo e ha di fatto bloccato la sua ordinanza, obbligandolo a fermare qualunque procedura. Una marcia indietro che rappresenta una pessima figura per il sindaco Alessandrini che, con due ordinanze di fatto ancora in vigore, continua comunque a permettere lo scempio e la vergogna delle aree di risulta, scatenando la rivolta degli ambulanti regolari. Oggi abbiamo una certezza: quel mercato non può continuare a occupare le aree di risulta, e, con due ordinanze in vigore, la città chiede che si faccia rispettare la legge e si proceda con la sua rimozione».