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Tra scuola, università e aziende: ecco la gamification in Abruzzo

Una nuova strategia per stimolare l’apprendimento ma anche per incrementare la produzione e migliorare il benessere dei lavoratori. Tutto questo è la gamification.

Piero Angela, parlando del mondo della scuola, una volta ha detto: “I docenti ricordino il motto ‘ludendo docere‘, insegnare divertendo”. A guardare bene questa frase latina, potremmo tradurre il verbo ludendo anche in un altro modo, scegliendo uno dei suoi significati principali: giocare.

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Sì, si può insegnare giocando e, allo stesso tempo, si può imparare durante le attività di giochi. Un binomio che appare scontato per i bambini e le bambine più piccoli, ma che può essere applicato anche ad alunni e studenti più grandi. Tutto merito della gamification, una metodologia che dal marketing passa alla didattica, ma anche alla comunicazione, alla gestione aziendale, alla formazione. Il suo funzionamento? Semplice: applicare processi, caratteristiche, funzioni tipiche del gioco anche ad ambienti che non sono tradizionalmente ludici.

E non pensiate che questa strategia sia qualcosa di lontanissimo da noi, magri applicata solo oltreoceano, nel mondo anglosassone o chissà dove. A volte, infatti, basta guardarsi in casa. Lo dimostra l’Istituto Superiore “Peano Rosa” di Nereto, in provincia di Teramo, che con la sua classe 4G del Liceo Scientifico con indirizzo Scienze Applicate si è accaparrato il premio nazionale per la Gamification. Come? Realizzando un gioco sui Promessi Sposi. Il progetto prevedeva la realizzazione di una Escape Room e ha permesso la creazione di un approccio interdisciplinare in cui si sono mescolate tecnologia, informatica, italiano. Il gioco permette di proporre agli studenti un apprendimento attivo che stimola sia la capacità di ragionamento, di pensiero critico e di memoria, sia il divertimento degli alunni.

Come dicevamo in apertura, quella della gamification è una strategia che arriva dal mondo del marketing e della comunicazione. Una sua declinazione recente è quella dell’advergaming, una tecnica che si è sviluppata negli anni 80 e che consiste nell’inserire all’interno di giochi e videogiochi piccole pubblicità in grado catturare l’attenzione del giocatore e promuovere quindi il contatto con l’azienda pubblicizzata. Di advergame ne esistono di diversi tipi: quello associativo, quello illustrativo oppure quello più specifico, dimostrativo.

Scuola, pubblicità ma anche lavoro, come ha dimostrato l’ultima edizione della fiera del lavoro, “Progress”, appuntamento che si è tenuto a fine 2023 presso il Polo fieristico d’Abruzzo. Un evento che ha offerto workshop, laboratori e attività di gamification a oltre 1.200 studenti e candidati, che hanno coinvolto gli aspiranti lavoratori in percorsi formativi interattivi e moderni. “La Regione ha messo in campo ogni iniziativa utile a valorizzare la formazione – ha spiegato il Presidente della Regione, Marco Marsilio – e stimolare il mercato del lavoro, ambito per il quale si rendono necessarie politiche incisive che diano fiducia alle imprese e ai lavoratori stessi”.

Un mondo del lavoro che viene rimesso in moto dal gioco. O meglio, dalla gamification.