Search

Tasse, Montesilvano maglia nera per la pressione fiscale

È a Montesilvano la pressione fiscale più alta dell’intera provincia insieme a Pescara che segue a ruota, meno pesante la situazione a Spoltore.

Secondo lo studio redatto “Comune che vai tassa che trovi” dal responsabile nazionale dell’area fiscale della Cna, Claudio Carpentieri, che ha provato, mettendo insieme tutte le voci nazionali, regionali e comunali che compongono il paniere fiscale a carico delle imprese, in quale giorno esatto un piccolo imprenditore smette di devolvere il frutto del proprio lavoro all’Erario, ed inizia a guadagnare per se’ e per la propria famiglia.

Inserisci il tuo codice AdSense qui

In sostanza, in base a questo studio, dal 2 agosto prossimo le imprese cominceranno a lavorare per sé e non più per il socio “occulto”, lo Stato. Con il risultato che, a parità di reddito dichiarato, stimato in 50mila euro, a Spoltore una micro impresa può ragionevolmente mettersi in tasca, una volta pagati tasse e balzelli, oltre 20mila euro, contro meno di 18mila a Montesilvano e poco più di 18mila 500 nel capoluogo.

Nei quattro capoluoghi di provincia, ma anche negli altri otto centri maggiori, equamente suddivisi nelle quattro province abruzzesi: Giulianova, Roseto, Montesilvano, Spoltore, Lanciano, Vasto, Avezzano, Sulmona. Un curioso calendario, parallelo a quello normale, secondo il quale il “tax free day” (una sorta di Festa della Liberazione fiscale) scoccherà, nei centri del Pescarese interessati alla ricerca, rispettivamente il 3 agosto prossimo a Spoltore; il 17 agosto a Pescara; e a Montesilvano, infine, cinque giorni dopo, ovvero il 22.

Tutto ciò, mentre la media nazionale si attesta al 14 agosto, ma senza dimenticare che rispetto a quattro anni fa (il 2011, assunto come termine di paragone), in tutti e tre i centri maggiori le cose vanno decisamente peggio. perché in questo periodo i giorni “regalati” al fisco sono cresciuti di 9 a Montesilvano, di 13 a Spoltore e addirittura di 16 a Pescara.

Le diverse voci della fiscalità nazionale (Irpef), regionale (addizionali pagate sull’Irpef) e locale (smaltimento rifiuti, Imu, servizi vari) finiscono per determinare un’autentica emorragia nelle tasche delle imprese, secondo una scala gerarchica che, nel 2015, fa ancora dell’Erario, sempre secondo la Cna, il predatore più vorace nella proporzione della pressione fiscale: 40,6 per cento di valore medio regionale (media nazionale del 40,2), contro il 7,4 per cento della componente regionale (media Italia al 6,7 per cento), e il 13,7 per cento della media comunale. Una voce, quest’ultima, in cui però la media nazionale è decisamente più alta, attestata com’è a quota 15,3: un andamento “virtuoso” in cui fa spicco la quota decisamente modesta di Spoltore (10,2 per cento), mentre si attestano molto più in alto sia Pescara (15,1 per cento) e soprattutto Montesilvano (18 per cento).