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Pescara e Teramo: le “Capitali” del gambling in Abruzzo

Bisognerà ancora aspettare per la tanto attesa riforma del gioco pubblico italiano. Un argomento caldo da mesi, anzi da anni, strettamente legata alla riforma fiscale che non arriverà però prima del 2024.

A dirlo è stato direttamente il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo che nel corso dello speciale Telefisco de IlSole24Ore ha parlato di tre fasi per l’attuazione della riforma. La prima è quella dei provvedimenti che non richiedono copertura, poi si passerà alla misurazione delle risorse a disposizione e infine all’elaborazione delle norme più impegnative. Il gioco, insomma, resta in attesa ma senza interrompere la sua parabola di crescita.

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A trainare il comparto, come si legge nel report mensile di Gaming Insider, sono soprattutto i casinò online, che attirano un numero crescente di appassionati e di utenti. Nella graduatoria stilata da Casaleggio Associati vengono messi in evidenza alcuni numeri particolari, come quello delle visite uniche, del tempo di permanenza sul sito e la frequenza di rimbalzo. I numeri migliori, in questo senso, li ottiene Sisal, che vanta un’offerta di gioco capace di catturare l’interesse dei giocatori in maniera continua nel tempo. Ottimo rendimento anche quello di 888Casino, con oltre 1.800.000 visitatori unici, e di Bet365, con un tempo di permanenza di quasi un’ora.

Ma qual è la situazione del gambling nella nostra regione? In Abruzzo il giro d’affari relativo al gambling si assesta intorno ai 2 miliardi nel corso del 2022, quando in Italia ha raggiunto la quota dei 73 miliardi. Spesa media di 1.579 euro a persona, rispetto a una media nazionale di quasi 1.200 euro pro capite, e oltre 370 mila account di gioco attivi. I numeri, messi in evidenza dalla ricerca di Federconsumatori, passano in rassegna anche le diverse province, con quella di Pescara che nel 2022 ha registrato un giro d’affari sul gambling di oltre 519 milioni di euro e quella di Teramo di oltre 548 milioni. Numeri più bassi per la provincia de L’Aquila, dove si superano di poco i 380 milioni, mentre quella di Chieti segna il record con 557 milioni di euro.

Di fronte a queste statistiche l’urgenza di una riforma del gioco appare sempre più evidente. Stiamo parlando infatti di un settore che coinvolge migliaia di utenti e che genera un giro d’affari miliardario. Mettere ordine vorrebbe dire aumentare la sicurezza dei giocatori e limitare la deriva verso l’offerta illegale. Per questo c’è bisogno di trovare in fretta le coperture necessarie alla riforma. Il settore del gambling non può più aspettare.