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Museo delle Genti, mostra fotografica di Marcoaldi dall’11 al 25 giugno

Due anni di lavoro, 16mila chilometri, 46 località e 81 modelli. Questi i numeri del lavoro messo in piedi da Giorgio Marcoaldi, un volume dal titolo “Abruzzo, Terra di Emozioni” (MG edizioni, 2016, pagg. 132) che sarà presentato domani, sabato 11 giugno, al Museo delle Genti in via delle Caserme a Pescara alle ore 18.

Il fotografo romano ha ritratto usi e costumi della regione con tecniche di ripresa inedite. Le immagini tratte dall’opera, dei veri e propri quadri, saranno esposte fino al 25 giugno.

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volume giorgio marcoaldi

Il volume, tradotto anche in inglese, racconta in 59 quadri fotografici altrettante storie di gente abruzzese, in un’unica grande narrazione storica dai Sanniti ai giorni nostri.
Marcoaldi si serve di location tipiche poco conosciute, che fanno da sfondo a modelli non professionisti (dall’ultraottantenne al lattante) immortalati in scene di vita quotidiana, in ambienti domestici immutati nel tempo, storici o paesaggistici. Tra tradizioni e superstizioni.

A dare vita ai personaggi, ritratti sempre al buio, è la luce:  su modello del Caravaggio, l’autore sperimenta una tecnica di illuminazione mai usata prima dando vita a dei veri e propri quadri fotografici.

All’interno dell’opera sono presenti gioielli che sono creazioni dei maestri orafi pescaresi Giampiero e Fabio Verna, che hanno messo a disposizione anche la loro bottega orafa di Calascio e, dall’Atelier Verna Oro di Pescara, la loro collezione di costumi tipici abruzzesi.

Il volume, con un testo di Lucia Arbace, direttore del Polo Museale dell’Abruzzo, e la prefazione del giornalista Pietro Del Re, ha ispirato la mostra (nella stessa giornata dell’11 visitabile gratuitamente) di 15 pannelli, che saranno esposti sino al 25 giugno nelle stanze del Museo delle Genti d’Abruzzo (tutti i giorni, esclusa la domenica, ore 10-14; dal giovedì al sabato anche 18.30-22).

Queste le parole del fotografo romano Marcoaldi:

«Questo mio lavoro non è un reportage né un libro di paesaggi, perché di volumi così sull’Abruzzo ce ne sono a decine» spiega Marcoaldi. «Non vuole avere valenze filologiche e non ha la pretesa di essere storicamente inappuntabile, vuole essere solo un inno alla bellezza di questa parte d’Italia. È un lavoro rivolto a quel turismo curioso, preparato e consapevole che tutti noi cerchiamo ed auspichiamo».