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Telefonia, scoperta maxi evasione fiscale da oltre 38 milioni di euro: 2 denunciati

Una maxi evasione fiscale di oltre 38 milioni di euro è stata scoperta dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Chieti al termine di una complessa attività d polizia tributaria che ha consentito di individuare una società di capitali operante in totale evasione nel settore del commercio di prodotti telefonici di alta gamma.

I 38 milioni di euro evasi sono tra base imponibile e Iva non versata e per questa ragione sono stati segnalati all’autorità giudiziaria 2 responsabili per aver omesso di dichiarare e pagare imposte oltre a distruggere la contabilità.

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Nello specifico la società verificata ha provveduto ad acquistare da società italiane, cosiddette “cartiere”, costituite solo sulla carta al fine di evadere le imposte, attualmente in fallimento, un ingente quantitativo di prodotti elettronici, approfittando di un prezzo più basso a causa del mancato pagamento da parte delle società fornitrici delle imposte dovute.

Successivamente detta merce veniva rivenduta a un prezzo inferiore a quello di mercato realizzando ovviamente una situazione di concorrenza sleale nei confronti degli operatori onesti, penalizzati da un operatore in grado di offrire prezzi considerevolmente più bassi, tenuto conto che la società verificata ha omesso completamente il pagamento delle imposte. Dopo aver effettuato tali movimentazioni di merci, sono state poste in essere una serie di operazioni cartolari in capo alla medesima società finalizzate a trasferire sia l’intero capitale sociale nelle mani di un unico socio (prestanome di nazionalità rumena – senza fissa dimora) che la sede legale a Napoli (Quartieri Spagnoli), tutto ciò con l’obiettivo di far materialmente “sparire” il soggetto giuridico e, soprattutto, la relativa documentazione amministrativocontabile al fine di impedire la ricostruzione dell’effettivo giro d’affari e porre al riparo i responsabili dei fatti illeciti da eventuali azioni dirette.

Ma l’attività delle Fiamme Gialle, coordinate dal Comandante Provinciale Vittorio Mario Di Sciullo ha permesso di individuare sia i professionisti che hanno materialmente curato la contabilità della società, che il rinvenimento di parte della stessa, permettendo l’individuazione dei clienti presso i quali è stato possibile acquisire i documenti (fatture) che hanno consentito di delineare il preciso quadro probatorio documentale afferente l’illecita attività svolta.