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Viale Pindaro, secco no dei commercianti al progetto di pedonalizzazione

Sta agitando non poco commercianti ed esercenti di viale Pindaro, il progetto proposto dal Comune di Pescara e dall’ateneo d’Annunzio di pedonalizzare la strada allo scopo di creare una cittadella universitaria in seguito all’acquisizione della caserma Di Cocco e di quella dei vigili del fuoco.

Il primo a dirsi contrario a un’ipotesi del genere è stato il presidente di Confcommercio, Franco Danelli: «Ancora una sciagurata ipotesi. L’abbiamo già detto un mese fa per la riviera nord e lo ripetiamo oggi con forza per viale Pindaro. Non si possono chiudere al traffico arterie lunghe e fondamentali per la viabilità cittadina; si può pensare alla pedonalizzazione solo di vie trasversali previo aumento dei posti auto dei parcheggi della stazione centrale e della stazione di Porta Nuova. Viale Pindaro è un asse fondamentale per l’intera viabilità della zona stadio, è un’importante valvola di sfogo in occasione delle partite di calcio e funge da raccordo viario e commerciale fra viale D’Annunzio e viale Marconi dando un valore economico all’intero quartiere». Danelli annuncia anche come la sua associazione di categoria sia pronta a raccogliere le firme di tutti gli operatori economici della zona.

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Decisamente contrari al progetto di pedonalizzazione si dicono anche i titolari di bar e negozi della strada:

Gianluca Pepe – Edicola dell’università

«Sono decisamente contrario all’idea di pedonalizzare viale Pindaro, come è potuta venire in mente una cosa del genere qui se tolgono il traffico veicolare vuol dire decretare la morte di un’attività come la mia che si basa sul passaggio dei clienti che si fermano con automobili, moto e scooter».

Bar Tabacchi 137

«Il problema principale del progetto sarà nei periodi nei quali l’università è chiusa, come nei mesi estivi, nei periodi di festa e nel fine settimana, con chi lavoreremo? Senza studenti lavori solo con i clienti di passaggio. L’idea non è malvagia ma ci sono diversi aspetti che sono contrari. A mio avviso sarebbe meglio pedonalizzare la riviera».

Claudio Blasioli – Copisteria Goliardica

«Se pedonalizzano la strada sono pronto a dare battaglia andando direttamente in Comune. Prima di pensare e proporre una cosa del genere consultassero almeno chi ci abita e chi ci lavora qui. Inoltre più che pensare alla pedonalizzazione si occupassero della sicurezza del viale dato che qui dopo le 8 di sera è terra di nessuno».

Negozio Wind

«Non mi dispiace l’idea che ci sia un numero maggiore di studenti in questa università con l’acquisizione della caserma Di Cocco e quella dei vigili del fuoco ma se la chiusura al traffico fosse totale non sarei contento perché non passerebbero più i clienti che arrivano qui in automobile. Se invece fosse una pedonalizzazione come corso Vittorio sarebbe meglio. Per questo dico alla completa pedonalizzazione della strada, non ci sarebbe più il passaggio».

Cosimo D’Amico – Art Cafè

«Noi lavoriamo prevalentemente con gente che viene a piedi per gli altri commercianti credo sia più problematico, anche se nei giorni di festa e nel periodo estivo il discorso sarebbe decisamente più complicato, vista l’assenza degli studenti. Per questo motivo dico no alla chiusura completa, la via morirebbe. Prima di qualsiasi passo che ci venissero a consultare, io la lascerei così come è, anzi facessero i marciapiedi nuovi con un bel pavimento e una pista ciclabile adeguata».

Ottica Barberini Young

«L’unico rischio che penso di correre è quello di perdere una fetta di mercato ovvero i clienti di passaggio che non verrebbero più. Inoltre è anche molto importante valutare la durata dei lavori».

Negozio Buffetti

«È qualcosa di semplicemente scandaloso, come fa a sopravvivere un’attività che si basa su chi si ferma al volo con l’auto e scende? Per il caso nostro equivarrebbe a farci chiudere, senza auto dureremmo un mese. Pedonalizzare per dare sfogo a un’università che cade a pezzi? È senza senso questa idea».

Roberto ChiavaroliGastronomia Acqua Marina

«Siamo assolutamente contrari, al 100 per cento. Come si fa a chiudere? Questa scelta ci ucciderebbe. Il nostro mercato è fatto di persone che passano a prendere il pesce da asporto e vanno via e con la strada chiusa questi clienti non ci sarebbero più. Abbiamo da poco rinnovato il locale investendo denaro, a saperlo non lo avremmo fatto. Come minimo ci interpellassero prima di fare una cosa del genere».