L’ordine degli Architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della provincia di Pescara aderisce all’appello lanciato in questi giorni al governo Meloni relativo al codice dei contratti.
C’è anche la firma dell’ordine degli Architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della provincia di Pescara nella lettera aperta indirizzata a Giorgia Meloni, dagli ordini degli architetti di oltre novanta province italiane. L’appello è diffuso in questi giorni e ha come oggetto il nuovo codice dei contratti.
L’intervento si apre con la citazione del codice deontologico dei professionisti, a segnare subito una dichiarazione di intenti: “La professione di architetto è espressione di cultura e tecnica che impone doveri nei confronti della società, che storicamente ne ha riconosciuto il ruolo nelle trasformazioni fisiche del territorio, nella valorizzazione e conservazione dei paesaggi, naturali e urbani, del patrimonio storico e artistico e nella pianificazione della città e del territorio”. E quindi l’appello relativo al nuovo codice dei contratti che nelle indicazioni degli architetti “deve garantire e promuovere la qualità di progetti e opere strategiche per le future generazioni, attraverso i principi di equità, partecipazione e confronto”.
La lettera pone l’attenzione sulla velocizzazione, semplificazione e miglioramento delle pratiche attuali, con ricadute sui territori di riferimento, compreso quello pescarese. “Come ordine locale aderiamo all’appello nazionale perché insieme ai nostri colleghi crediamo che sia prioritaria la qualità dei progetti e che questi debbano essere funzionali a reali bisogni e necessità dei territori. Spazi pubblici e infrastrutture migliorano le nostre condizioni di vita e non possono essere posti in secondo piano rispetto a interessi economici e temporali. Il costruito di oggi sarà il nostro abitare di domani – commenta Angelo D’Alonzo, presidente dell’ordine di Pescara -. Pensiamo ad esempio a progetti strategici come l’area di risulta di Pescara. La frettolosa decisione di realizzare la sede della Regione al suo interno merita sicuramente un approfondimento ed una riflessione sulle conseguenze e le alternative possibili. Già in passato abbiamo assistito a progetti sbagliati o inutili. Per non andare troppo lontani dalla nostra area metropolitana, basta ricordare il progetto della diga foranea che ha causato l’insabbiamento della foce del fiume Pescara e il successivo intervento per la sua parziale demolizione con sperpero di ingenti fondi pubblici. O la costruzione della cosiddetta Città della Musica di Pescara, opera completata da più di 10 anni e mai entrata in funzione”.
“La riduzione o la perdita di valore o addirittura l’eliminazione dei concorsi di progettazione, nella forma più aperta ed inclusiva dei giovani e dei professionisti di talento, dell’equo compenso, della leale concorrenza, del legittimo merito che la proposta di legge dimostra, vanno in una direzione diversa da quella che tutti noi auspichiamo e prospettiamo per il bene ed il futuro dei nostri territori, delle nostre città e dell’intera comunità” come si legge sempre nell’appello rivolto al governo.
E ancora: “Gli architetti chiedono al Governo un ripensamento delle soluzioni proposte e si rendono disponibili al confronto. Per fare in modo che le risorse disponibili siano messe a frutto in modo ottimale, bisogna sostenere l’importanza del confronto di soluzioni progettuali, di concorsi di progettazione aperti alla più ampia partecipazione, favorendo la più equa forma di inclusione e opportunità per i territori, coinvolgendo tutte le forme di professionalità, per poter scegliere le soluzioni giuste per l’oggi e per il domani”.