Un’ordinanza che disciplina gli orari per le sale da gioco autorizzate come forma di contrasto al gioco d’azzardo patologico.
È quella firmata dal sindaco Marco Alessandrini che «pone regole che probabilmente non risolvono il problema della dipendenza da gioco d’azzardo, ma che pongono un freno o, quantomeno, propongono un agire scevro da fattori patologici, come abbiamo cercato di fare anche attraverso le iniziative di intrattenimento fin qui promosse, Notte bianca non esclusa».
In base a quanto indicato dal consiglio comunale, gli orari per l’esercizio delle slot machine vanno dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23 nelle sale autorizzate secondo il Testo Unico Leggi di Pubblica sicurezza, ovvero bar, ristoranti, alberghi, ricevitorie lotto ed esercizi commerciali. Sono escluse dal raggio d’azione le autorizzazioni ex articolo 88 del Tulps, sale gioco propriamente dette, dove esiste gia’ una stringente normativa statale a controllo del settore. Chi non rispetta quanto previsto rischia una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro.
Il testo sarà completato anche grazie al confronto con le associazioni di categoria che avverrà domani pomeriggio, venerdì 6 agosto, durante una commissione Commercio aperta alle sigle e agli esercenti del settore.
«Io vedo un valore enorme in questa ordinanza che si appresta a firmare il sindaco», dice Fausto D’Egidio, alla guida del Serd dove le dipendenze tutte vengono affrontate ogni giorno, «il ministero della Salute ha varato in questi giorni un decreto per mettere in piedi un osservatorio nazionale sul gioco d’azzardo patologico, una meta che ha impiegato 4 anni ad arrivare. Lo spirito è quello di legittimare un’atmosfera di contrasto sociale che produce moltissime sofferenze a Pescara. Con questa ordinanza il sindaco dice ai cittadini che noi facciamo quello che possiamo, che e’ poco, ma insieme stiamo facendo molto altro e cerchiamo di legittimare degli interventi locali affinché non si facciano regole uguali per tutti rispetto alle patologie».
A Pescara, pur non essendoci dati diretti, si arriva a cifre che superano i 1.500 euro l’anno per ogni cittadino, neonati e incapaci compresi e una famiglia media spende oltre 4.000 euro ogni anno per il gioco, cosa che pone la città ai primi posti in Italia per consumi di giochi d’azzardo.
Ma l’ordinanza anti-slot machine finalizzata al contrasto del gioco d’azzardo patologico già solleva polemiche da parte dei gestori di bar e locali che dicono:
«Il provvedimento ci sembra illogico in quanto è limitato solo alle slot machine. Il gioco compulsivo infatti non è dovuto solo alla macchinette e poi chi gioca se trova chiuso a Pescara andrà a Villa Raspa, a Francavilla, nelle località vicine. Il problema quindi non si risolve».