Search

Pescara, quanti rimpianti per la serie A sfumata: di chi la responsabilità?

Solo qualche ora di sonno e già si torna operativi. Dopo il terzo martedì consecutivo passato sulla A14, tra Perugia, Vicenza e Bologna oggi la rabbia è ancora tanta. Pullman, pulmini e auto private hanno invaso l’autostrada, entusiasmo tornato alle stelle per quello che poteva essere un traguardo storico. Invece il campo ha restituito la massima serie al Bologna.

Solo a pensare che in cinque gare dei playoff il Delfino non solo non ha mai perso ma ha dominato in lungo e in largo contro gli avversari ma alla fine non ha centrato la promozione. Molte volte si dice che nel calcio non esiste la controprova. Quanto accaduto a Pescara dimostra il contrario.

Inserisci il tuo codice AdSense qui

Eh sì, perché dall’avvento di mister Oddo, sul campo, la formazione adriatica ha dimostrato di essere una delle più forti del campionato. Grande merito al tecnico pescarese capace di cementare il gruppo, motivarlo e facendolo esprimere al meglio, dimostrando che veramente si poteva andare lontano.

Chi ci vuol far passare la finale playoff come il traguardo massimo mente sapendo di mentire, forse
la promozione diretta poteva essere troppo ma almeno una posizione migliore della griglia era sicuramente alla nostra portata. Considerando che sulla nostra pelle abbiamo perso la finale contro il Bologna che si ritrova in A con due pareggi. Ecco perché la rabbia è tanta.

Ostinarsi a mantenere in sella un uomo che ha fatto solo danni, altro che meriti sbandierati nelle frasi di circostanza pronunciate dagli addetti ai lavori è stato un errore clamoroso. Metto in evidenza un esempio su tutti, l’elenco vi assicuro è lungo. Il centrocampo nella finale playoff è stato preso in mano da un ragazzino un tal Torreira. Eh sì, un certo Marco Baroni lo portava in prima squadra per poi farlo accomodare in tribuna e contestualmente non ne consentiva l’utilizzo in primavera. Questo riassume quello che è accaduto. Ci sono, a questo punto, tanti perché che meriterebbero risposte.

Chi si è ostinato a mantenere in sella Baroni, la società? I direttori? Qualcuno dovrebbe fare pubblica ammenda. Eloquente la scena a fine partita con Massimo Oddo commosso a prendere gli applausi dai 3.000 pescaresi presenti accompagnato da Danilo Iannascoli. Solo lui dirigente e tifoso che si è sbattuto per cercare altri biglietti, ci ha messo la faccia sempre. Qualcun altro, invece, sulla scia della politica tifoso uguale cliente rassicurava sulla prelazione riservata agli abbonati nella notte del ritorno da Vicenza per poi di fatto, consentire la vendita libera. Quante domande da fare.

Al consigliere di lega serie B Daniele Sebastiani chiediamo: è opportuna la sosta invernale e poi contingentare le partite così importanti a distanza di tre giorni l’una dall’altra? Si è pensato durante la stesura dei calendari di non avere problemi con le nazionali? All’Associazione Italiana Arbitri chiediamo: ma tra i tanti arbitri di prima fascia è opportuno designare per la finalissima un associato della sezione di Ravenna? Non si parla nel merito della prestazione, ma così facendo si riporta in auge un vecchio detto: A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Quante domande.

L’unica risposta che ribadiamo convinti, oggi come allora, che nella stagione 2014/2015 il Pescara era una squadra forte, tremendamente forte. Quando si ama si perdona perché è inutile dirlo quanto fatto dai tifosi in questo ultimo mese, sacrificando lavoro, famiglie con un enorme sforzo economico certifica che per quello zoccolo duro, tralasciando solo chi per opportunismo ha cercato di salire sul treno in corsa, il Pescara è Amore.

Ora concentriamoci tutti su un solo obiettivo, quel tricolore che manca a Pescara dai tempi della pallanuoto. Domani alle 20.30, al Pala Giovanni Paolo II, Pescara Kaos gara 4 calcio a 5. Un sincero in bocca al lupo a Danilo Iannascoli.

Benedetto Gasbarro


TAG