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Da Barcellona, i consigli del pescarese Marocchi per “sopravvivere” all’estero

Mattia Marocchi, 30 anni, originario di Pescara, vive ormai in Spagna da quasi 10 anni e più precisamente a Barcellona, dove lavora per il marchio italiano Bottega Veneta. PescaraPost lo ha intervistato per conoscere meglio la sua esperienza all’estero.

 

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Da quanto tempo è lontano da Pescara?

«Sono ormai quasi 10 anni, avevo 20anni e mezzo quando ho lasciato Pescara per intraprendere questa nuova sfida, iniziando da Londra per poi sbarcare qui a Barcellona».

Di che cosa si occupa in Spagna?

«Sono Visual Merchandiser Manager per uno dei più importanti marchi di lusso italiani, Bottega Veneta».

Le manca la sua città?

«Indubbiamente sì e anche se non tornerei a viverci per il momento, rimane pur sempre il mio primo grande amore. A parte le banalità, la famiglia (che viene ogni 3 mesi a trovarmi) e gli amici, c’è una cosa unica e insostituibile che mi manca da morire ed è la mitica curva nord Marco Mazza».

Che cosa non c’è di Pescara, nella città in cui vive adesso?

«Beh, paragonare Barcellona a Pescara è un po’ ingiusto però diciamo che le suddette cose che ho citato, di cui sento la mancanza, sono quelle che qui a Barcellona e in qualunque città del mondo sono introvabili (a parte gli arrosticini, la genziana, e il pesce)».

È vero che si vive meglio all’estero?

«Dipende. C’è chi non ha problemi e si adatta facilmente e chi ha difficoltà e vive con la speranza di poter tornare un giorno, perché si rende conto che la terra madre è il luogo a cui appartiene veramente. Io mi sento un po’ “gipsy”,  il mondo è una città enorme e tutti i paesi sono suoi quartieri…».

Ha avuto difficoltà ad imparare la lingua?

«Ricordo che 8 anni fa, quando arrivai qui a Barcellona, non sapevo nemmeno cosa significasse “hola” (ciao).  Dopo 3 mesi già sapevo difendermi e dopo 6 mesi già parlavo perfettamente in spagnolo o meglio argentino visto che i miei amici sono tutti di lì».

Quali esperienze negative e positive ha avuto all’estero?

«Le esperienze negative riguardano principalmente i momenti in cui ci si sente davvero soli per via dei vari imprevisti che la vita ti pone, ma si sa che ciò che non uccide, fortifica. Invece, le esperienze positive sono state tantissime. Innanzitutto la nascita di mio figlio Lion, il mio sole…e poi tutto il resto: conoscere gente di altri paesi, vivere l’amicizia in una forma più intensa, opportunità di lavoro che difficilmente in Italia si possono trovare, vivere in una città sempre in movimento ecc.».

3 ingredienti per sopravvivere all’estero senza sentire troppo la nostalgia di casa?

  • Seguire il Pescara
  • Non perdere contatti con i tuoi cari(amici,genitori).
  • Integrarsi al 100% con la cultura di un Paese senza criticare o giudicare né fare paragoni inutili con il proprio Paese d’origine perché alla fine siamo pur sempre cittadini del mondo.

Un messaggio per i lettori di PescaraPost che vogliono trasferirsi in Spagna?

«Gente…prima di partire, vi raccomando di mettere in valigia una bella scorta di caffè, pasta e lasciare a casa tutti i problemi inutili e noiosi della vita passata. Smile to be positive e sempre Forza Pescara».


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