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Flixbus dall’Abruzzo al resto d’Italia il collegamento veloce e smart

Flixbus continua a crescere in tutta Italia e per quanto riguarda l’Abruzzo con collegamenti sempre più frequenti sia verso nord che verso sud.
Complici tre leve: la qualità del servizio, l’economicità rispetto ai voli low cost ed ai treni ed infine, da non sottovalutare, la facilità del rimborso Flixbus che rende ogni prenotazione facile da spostare senza perdere la cifra destinata al viaggio.
Flixbus è una grande azienda che è sempre stata attenta alla mission sociale ed alla responsabilità d’impresa verso i territori in cui opera e la prossima settimana dimostra questa attenzione verso un numeroso gruppo di giovani abruzzesi che avranno la possibilità di fare un viaggio davvero particolare a bordo dei pullman della flotta verde arancio.
In occasione delle iniziative legate alla giornata della memoria infatti dall’Abruzzo 55 ragazzi in un viaggio nella storia e nella memoria, per accompagnare le giovani generazioni alla comprensione del presente, un percorso di educazione alla cittadinanza che vede il suo momento più importante nel viaggio in treno verso Cracovia, per visitare l’ex lager di Auschwitz-Birkenau. Il progetto, denominato ‘Promemoria_Auschwitz’, coinvolgerà quest’anno oltre 2.400 giovani provenienti da 9 regioni italiane: il viaggio della delegazione di giovani abruzzesi comincerà il 4 febbraio e si concluderà il 10 febbraio.
Il progetto – ideato dall’Associazione Deina e realizzato a Pescara in collaborazione con ARCI Pescara – coinvolgerà studenti provenienti dal liceo D’Annunzio e dal liceo Galilei di Pescara e gode del patrocinio della Regione Abruzzo e della Provincia di Pescara, del patrocinio e del contributo del Comune di Pescara e del supporto di FlixBus Italia e Heart Solution.
“Auschwitz è un luogo simbolo del 900 – così il sindaco Marco Alessandrini alla vigilia della partenza – quanti sono andati lì raccontano una visita non indifferente, un luogo dove si percepisce il soffio della storia e il baratro dell’orrore. Un luogo dove tanta gente è morta in modo disumano, vittima di una delle più incredibili follie di quello che viene definito secolo breve, ma che con il suo corso ha segnato la storia dell’umanità intera. Abbiamo agevolato questo viaggio, specie se si tratta di giovani, perché in un’era di superficialità non sia la negazione a spiegare cos’è accaduto ad Auschwitz e in Europa in quegli anni che aiuta, né che l’ignoranza o tweet dell’ultim’ora possano cancellano la memoria e il dolore di quelle perdite. La storia non può essere negata, deve essere raccontata, perché, come diceva Primo Levi: dobbiamo riappropriarci dei contenuti tragici perché se è successo una volta può succedere ancora. E il nostro compito è proprio quello di alimentare la conoscenza e l’umanità, perché non accada più”.