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Mille euro al giorno di spese, Confcommercio: negozi destinati a chiudere

L’incredibile aumento di tasse e tributi sta letteralmente “strozzando” le piccole imprese che operano nel campo del commercio, del turismo e dei servizi, e ormai è sempre più entrato nel quotidiano dover assistere alla chiusura di un negozio o di una attività a Pescara e provincia.

Questo è, in estrema sintesi, l’allarme lanciato da Confcommercio, che ha presentato e analizzato i dati relativi all’andamento di tasse e tributi, fornendo dettagli relativi alla situazione in Abruzzo e a Pescara in particolare (nella galleria di immagini allegate al presente articolo tutti i dettagli dello studio realizzato da Confcommercio).

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Dall’analisi è emerso ad esempio un aumento imponente della Tari nella nostra regione: nello specifico sono stati confrontati i coefficienti in regime di Tarsu del 2010 con quelli della Tari adottati nel 2014.
In questo caso, gli aumenti per le principali categorie di commercio, turismo e servizi, oscillano tra un +188% (per supermercati, macellerie e generi alimentari), e un +650% (per ortofrutta, pescherie fiori e pizza al taglio).

Inoltre la Confcommercio ha fornito, a titolo esemplificativo, il caso aziendale di un ristorante che opera a Pescara (della grandezza di 200 mq, e con 4 dipendenti a tempo indeterminato).
In questo caso è stato mostrato che i costi sostenuti da tale esercizio nell’arco di un anno sono superiori ai 300mila euro (313.100 secondo i dati di Confcommercio).
«Siccome i giorni lavorativi nell’arco di un anno sono 310», spiega il presidente di Confcommercio Pescara, Ezio Ardizzi, «le spese sono di circa 1.000 euro al giorno. Questa è quindi un’impresa destinata a chiudere».

E proprio in riferimento all’andamento delle attività del commercio e del turismo, emerge un ulteriore trend allarmante.
Solamente nel primo trimestre di quest’anno, in provincia di Pescara, a fronte dell’apertura di 151 attività commerciali vi è stata una chiusura di ben 281 altre attività dello stesso ambito, con un saldo negativo pari a -130 unità.
Discorso identico nel settore turismo, con -41 unità nel primo trimestre 2015 (32 aperture e 73 chiusure).

Nella sola città di Pescara, per lo stesso periodo di riferimento, i dati indicano un saldo di -70 nel commercio (76 aperture e 146 chiusure), e -23 nel turismo (7 aperture e 30 chiusure).
In virtù di questo quadro, ecco le richieste di Confcommercio Pescara al Comune di Pescara per far fronte alla problematica: «Il Comune deve bloccare immediatamente qualunque aumento di imposte», spiega il presidente Ardizzi, «e appena il governo avrà approntato il piano di aiuti, dobbiamo metterci attorno a un tavolo e cominciare a pensare in maniera seria e risolutiva a come abbassare tasse e balzelli, perché noi da sempre siamo abituati a fare i conti».