La vertenza nazionale del gruppo Auchan, che vedeva coinvolti anche i lavoratori dei punti vendita di Pescara e Cepagatti, si chiude al ministero del Lavoro la procedura di mobilità avviata dalla multinazionale francese per 1.426 addetti.
La soluzione è stata la sigla degli accordi sull’esodo volontario e per chi si oppone al licenziamento sono previste circa 20 mensilità di incentivo.
Si è arrivati a questa intesa dopo l’esito negativo in sede sindacale, con la sottoscrizione di un verbale di mancato accordo tra le associazioni datoriali Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs e la direzione aziendale, che prevedeva 1.426 esuberi strutturali in 32 ipermercati dei 49 complessivi della rete vendita, numero ridotto a 1.345 unità per effetto della rimodulazione organizzativa dell’ipermercato lombardo di Cesano Boscone.
Già 1.220 lavoratori del gruppo transalpino hanno formalmente dichiarato la disponibilità alla non opposizione al licenziamento ed alla collocazione in mobilità a fronte di un incentivo corrispondente a circa 20 mensilità (nei due ipermercati abruzzesi, sono circa 26 unità); è affidato al confronto territoriale il compito di gestione e monitoraggio delle intese nonché finalizzato ad individuare ulteriori misure utili alla gestione degli esuberi.
Soddisfatti Davide Frigelli segretario regionale Fisascat Abruzzo Molise e Leonardo Piccinno segretario Generale Fisascat Abruzzo Molise:
«La soluzione individuata, per quanto comporta comunque uscita di lavoratori dal processo produttivo, avviene in un contesto di volontarietà e di un congruo incentivo che consentiranno a coloro che hanno colto questa opportunità di riprogettare la propria vita e puntare a nuovi obiettivi, auspicabilmente più costruttivi e fortunati. La vicenda Auchan, comporta però, da parte delle istituzioni regionali abruzzesi un forte ripensamento della struttura distributiva commerciale, oggi fortemente sovradimensionata rispetto ai parametri di compatibilità con l’andamento dello sviluppo economico ed abitativo della regione. Se non si fa questo, la crisi, ancora molto forte in queste realtà ed ancora lontana dal concludersi, comporterà nuovi ed ulteriori processi di ridimensionamento del sistema con conseguente contrazione di posti di lavoro nel settore commerciale e distributivo».