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Valle Giumentina, presentata la quarta campagna di scavi nella zona

Stamattina nella Sala Figlia di Iorio della Provincia di Pescara, è stata presentata la quarta campagna di scavi nella Valle Giumentina di Abbateggio.  Il progetto è  condotto da LEcole français di Roma, in collaborazione con il Parco nazionale della Majella, Fondazione Pescarabruzzo, Comune di Abbateggio, Archeoclub di Pescara, Museo delle Genti d’Abruzzo e Comune di Caramanico Terme.  Presenti il sindaco di Abbateggio e presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco; Elisa Nicoud dell’École française de Rome e Daniele Aureli dell’Università di Siena (responsabili del progetto insieme a Marina Pagli dell’Università di Parigi-Nanterre) e Oremo Di Nino, direttore del Parco Maiella.

«Nel 2012, l’Ecole française de Rome, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici dell’Abruzzo, ha iniziato un programma di ricerca quinquennale sul Paleolitico inferiore e medio dell’Abruzzo (600.000 – 30.000 anni fa circa)» ha illustrato il presidente Di Marco, «Il gruppo di ricerca multidisciplinare, che raggruppa 30 ricercatori francesi e italiani e accoglie 40 volontari l’anno al fine di ricostruire l’evoluzione culturale, climatica e ambientale della zona, propone una ripresa degli studi sui reperti archeologici, una revisione della cronologia delle occupazioni umane e una caratterizzazione dei paleoambienti associati. Un progetto ambizioso che ci permette di ripartire dalla storia e ci insegna che è possibile investire sul nostro territorio e trasformarlo in un vero polo attrattivo».

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Sessant’anni dopo gli scavi di Antonio Maria Radmilli e Jean Demangeot (1953-54), torna la ricerca archeologica a Valle Giumentina, un luogo meraviglioso, situato nel Parco Nazionale della Majella dove, a partire dal settembre 2012, una squadra multidisciplinare formata da archeologi (specialisti in Paleolitico), geologi e paleontologi ha riavviato le ricerche puntando alla ricostruzione della presenza umana nell’area durante gli ultimi 600 mila anni.

«La registrazione continua della presenza umana (10 livelli archeologici) per un intervallo di tempo così ampio», affermano gli archeologi Nicoud e Aureli, «lo rende un sito di estrema importanza e di grande interesse a livello europeo per la rarità di sequenze equivalenti e per la qualità della conservazione dei resti archeologici. Durante la missione del 2014 sono stati effettuati dei prelievi per lo studio dei molluschi su tutta la sezione insieme ai prelievi per determinare la direzione di provenienza dei depositi attraverso il metodo Ams. Nel 2015, lo scavo prosegue e un nuovo livello archeologico è stato scoperto: il decimo, appunto. Inoltre, abbiamo certificato che la datazione assoluta dell’occupazione paleolitica nella Valle risale a circa 500mila anni fa. Diversi articoli scientifici sono in corso di pubblicazione e al termine del programma, sarà realizzata una monografia sul sito».