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Spoltore, scuola Acerbo: il Comitato cittadino di Caprara «Speriamo venga mantenuta la promessa»

Nella giornata di ieri, venerdì 4 settembre, sono giunte le rassicurazioni dell’assessore Mancini sulla scuola primaria Tito Acerbo di Caprara, alla luce dell’incontro sulla paventata chiusura del plesso tenutosi il giorno precedente.
Il Comitato cittadino Caprara Attiva ha quindi ottenuto, almeno per il momento, l’appoggio dell’amministrazione comunale di Spoltore, che si è detta pronta a difendere con ogni mezzo la scuola primaria di Caprara.

Un punto importante, quindi, per il comitato appena creatosi, come sottolineato dal suo presidente, Valentina Passeri: «È stato uno dei primi obiettivi che ci siamo posti, e stiamo lavorando per essere certi che il plesso non venga chiuso. Speriamo quindi che nel tempo venga mantenuta la promessa fatta dall’amministrazione».
Il comitato Caprara Attiva, nato proprio in occasione della protesta messa in atto dai genitori della scuola primaria della frazione di Spoltore, e dalla simbolica “irruzione” durante il consiglio comunale della scorsa settimana, nel breve volgere di pochi giorni ha quindi ottenuto consensi e adesioni, diventando subito un elemento organico e con degli obiettivi precisi.

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E uno dei prossimi passi della nuova associazione cittadina sarà quello di raccogliere l’invito dell’assessore Mancini sul ripopolamento delle scuole di Caprara grazie al “ritorno” dei bambini negli istituti scolastici del proprio territorio: «Stiamo già lavorando per fare in modo che i cittadini facciano frequentare ai loro figli la scuola del posto», sottolinea Valentina Passeri, «Quindi ci batteremo affinché i bambini tornino nella loro realtà».

La costituzione dell’associazione come comitato dei genitori degli alunni sembra quindi ottenere anche risultati positivi per le proprie “battaglie”, ma la strada da percorrere, per il comitato cittadino Caprara Attiva, è ancora molto lungo, come specificato dal suo stesso presidente: «I genitori hanno scelto di fare questa associazione per avere una “voce”. Speriamo però che queste voci vengano ascoltate, e che in futuro ci si possa battere per migliorare la nostra realtà».