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Sequestrati due depuratori e uno scarico fognario nel Pescarese: i dettagli

Due depuratori comunali e uno scarico fognario sequestrati da parte degli uomini del corpo forestale dello Stato di Pescara e della Capitaneria di porto nel Pescarese.

Questo l’esito di un’operazione in corso nella giornata di oggi, venerdì 18 marzo, e che sta riguardando i due depuratori situati nei territori di Manoppello (Piano della Stazza) e Lettomanoppello (Santa Liberata) e uno scarico fognario in località Palombara Francoli nel territorio di Tocco da Casauria.

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In particolare per quanto riguarda quest’ultimo, si tratterebbe di uno scarico che conduce a un fiume senza alcuna depurazione gli scarichi di circa 1.700 persone.
L’inchiesta in questione è coordinata dal Pm di Pescara, Andrea Papalia, e, oltre ai sequestri sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati anche due dirigenti Aca.
Nello specifico si tratterebbe di Bartolomeo Di Giovanni e Lorenzo Livello.

Secondo le indagini avrebbero effettuato uno scarico non autorizzato sul suolo e uno sversamento di reflui e liquami maleodoranti e molesti per la popolazione residente, oltre all’inquinamento delle acque, al getto pericoloso di cose e alla mancata autorizzazione allo scarico.

Entrambi i depuratori sequestrati sono stati dati in custodia giudiziale ai dirigenti degli Uffici tecnici dei Comuni di Manoppello e Lettomanoppello, proprietari degli stessi.
Questi ultimi dovranno adottare urgenti misure di ripristino, affinché gli impianti possano essere autorizzati a scaricare ancora i propri reflui depurati nel fiume Pescara.

Per quanto riguarda invece lo scarico fognario, gli uomini del Corpo forestale dello Stato avrebbero invece scoperto uno scarico abusivo sul suolo di gran parte dei reflui fognari del Comune di Tocco da Casauria tramite una conduttura che, dopo aver raccolto gli scarichi di oltre 1.600 abitanti, uscirebbe a cielo aperto in località Sant’Anna e, dopo un tratto di circa 400 metri, giungerebbe fino alla località Francoli, prima di essere nuovamente intubata due volte entro manufatti cementizi lunghi rispettivamente 50 e 100 metri, fino a scaricare su un impluvio del terreno che confluirebbe nel fiume Pescara.