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Tentato suicidio in carcere, affetto da problemi psichici il detenuto salvato

Sarebbe affetto da gravi problemi psichici il detenuto di etnia rom che ieri pomeriggio, martedì 7 luglio, ha tentato il suicidio all’interno del carcere di San Donato a Pescara ingerendo del detergente usato per le pulizie.

A rivelarlo è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo della categoria. Proprio il pronto intervento degli agenti della polizia penitenziaria ha evitato il peggio con il trasporto del recluso al pronto soccorso dell’ospedale. Dopo una lavanda gastrica il detenuto ha fatto rientro in carcere.

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Questo il punto di vista del sindacato Sappe sulla vicenda:

«Lo scampato pericolo, deve farci riflettere perché nella casa circondariale di Pescara il detenuto che ha tentato il suicidio era in regime di grande sorveglianza per problemi psichiatrici trasferito da poco da un altro istituto. Invece di esser ubicato nell’apposito reparto, quello psichiatrico limitato a 8 posti già tutti occupati, stava in una normale sezione di reclusione a regime aperto dove erano presenti altri 45 detenuti».

Secondo il segretario generale Donato Capece, la situazione nelle carceri resta allarmante e dal punto di vista sanitario sarebbe terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80 per cento dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48 per cento dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%).

Questa la conclusione di Capece:

«Per fortuna delle Istituzioni, gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere – come a Pescara – con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. Ma devono assumersi provvedimenti concreti: non si può lasciare solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria la gestione quotidiana delle costanti criticità delle carceri abruzzesi e del Paese tutto».