Avevano lasciato, la notte del 7 giugno, una bomba molotov con tanto di innesco e un foglio, scritto con le lettere di giornale, contenente la richiesta di 5.000 euro al mese di “pizzo” per evitare di vedere andare a fuoco i locali dell’esercizio commerciale: «Se non paghi 5000 euro al mese ti mettiamo fuoco al negozio». E nei giorni seguenti hanno chiamato più volte il commerciante minacciando di passare all’azione in caso di suo rifiuto.
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La pronta indagine condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Pescara, avviata subito dopo il ritrovamento della bomba, ha permesso di arrestare due giovani pescaresi, già noti alle forze dell’ordine, W.B., 21 anni e K.O., 22 anni per il reato di tentata estorsione in concorso e porto illegale di armi da guerra del tipo molotov. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata disposta dal gip (giudice per le indagini preliminari) del Tribunale di Pescara, Maria Carla Sacco, su richiesta del pm (pubblico ministero) Giuseppe Bellelli.
Ad accorgersi di quella bottiglia, è stata una signora che passando in piazza Pierangeli davanti al negozio Cesare Cicoria, si è accorta della puzza di benzina. Dopo la chiamata al 112, i carabinieri giunti sul posto hanno accertato che si trattasse di una molotov e hanno così avviato un’attività di indagine che ha portato a seguire, grazie all’ausilio delle telecamere di vigilanza private, rintracciare e identificare i due giovani, uno che si muoveva in bicicletta e l’altro in compagnia di un cane di razza pitbull. L’identificazione è stata confermata anche grazie all’impronta digitale lasciata da uno dei due sulla bottiglia e sul foglio di carta e recuperata dai Ris di Roma.
I due effettuavano le chiamate da una cabina telefonica del supermercato Conad di via Tiburtina. L’arresto è stato eseguito sabato mattina e uno dei due è stato fatto scendere dal treno e recuperato a Pesaro.
Come confermato dai carabinieri ora ci sarà da comprendere il movente che ha portato i due a chiedere una cifra mensile che nemmeno a Palermo viene più richiesta e anche il perché la scelta del negoziante specifico, il quale riferisce di non aver subìto altre richieste estorsive in passato. I due erano anche in stretto contatto con un malvivente di Foggia al quale avevano chiesto altre “bombe alla crema”, ovvero altre bombe molotov. Il timore dei militari dell’Arma è che i due sarebbero passati dalle minacce ai fatti in breve tempo.
Il capitano Massimiliano Di Pietro, affiancato dal colonnello Piccinelli, conferma come le persone abbiano fiducia e si rivolgano alle forze dell’ordine se subiscono fatti di questo tipo.