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Presidio ex interinali di Attiva: «Noi resteremo qui in modo pacifico» [FOTO]

Gli ex lavoratori interinali di Attiva, da 77 giorni in presidio in piazza Italia davanti all’ingresso del Comune di Pescara rigettano in maniera garbata ma decisa l’invito che ieri, venerdì 25 marzo, il sindaco di Pescara Marco Alessandrini ha rivolto a loro di sgomberare il presidio permanente che hanno istallato smontando tende e strutture.

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presidio ex lavoratori interinali attiva 26 marzo

«Noi resteremo qui in maniera pacifica», dicono Manolo Da Silva e Giuseppe Granata a nome dei lavoratori dell’associazione Interinali senza Gloria (67 i lavoratori che hanno perso il lavoro, 40 gli iscritti all’associazione e circa 30 in presidio), «e nel caso il sindaco decida di attuare uno sgombero forzato noi metteremo in atto una disobbedienza passiva. Il sindaco facesse quello che deve, da lui non ci aspettiamo più niente, se decideranno di fare lo sgombero ci dispiacerà solo perché abbiamo creato un rapporto di amicizia con gli uomini delle forze dell’ordine e perché temiamo di farci male».

Gli ex lavoratori chiedono ancora un atto di coraggio al primo cittadino con la firma della conciliazione che risolverebbe il problema alla radice e rigettano, pur ammettendo di aver un po’ esagerato nella protesta nei giorni scorsi, rigettano l’accusa di rappresentare un problema di ordine pubblico.

«Il decoro della piazza», aggiunge Da Silva, «è l’ultimo dei problemi e nascondersi dietro questo e l’arrivo dell’ambasciatore è solo un modo per togliersi una spina da parte di un’istituzione che si sente al di sopra delle parti, ma noi non siamo contro l’istituzione ma contro l’uomo che la rappresenta. Abbiamo anche subìto provocazioni continue come la polizia municipale che ci ha controllato i dischi orario delle automobili e chiesto i documenti di identità».

Gli interinali senza gloria criticano anche la prospettiva proposta del tirocinio, definito non una soluzione ma un palliativo e un modo per prendere tempo. Infine annunciano, a partire da mercoledì 30 marzo, l’inizio di uno sciopero della fame a oltranza.