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Ospedale, Nursind: emergenza a Geriatria, non ci sono infermieri

«L’accorpamento dei due reparti di Geriatria ala sud e ala nord per far fronte alla carenza di personale e per assicurare allo stesso tempo le ferie estive per il recupero psicofisico del personale in attesa dell’assunzione di infermieri e operatori socio-sanitari necessari ad assicurare un’assistenza degna di questo nome».

È la richiesta che proviene da Antonio Argentini, segretario provinciale del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che ha inviato una lettera alla direzione sanitaria della Asl, alla Regione, al Comune e al prefetto. L’obiettivo è quello di segnalare, e magari risolvere, l’emergenza che si sarebbe creata nel reparto di Geriatria (problemi simili avrebbero anche le unità operative di Chirurgia Toracica e di Chirurgia 1 Sud) a causa della carenza di personale infermieristico e socio-sanitario.

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Secondo il Nursind a Geriatria mancherebbero 4 infermieri trasferiti in altre unità operative, 2 infermieri in malattia di lunga durata e 2 operatori socio-sanitari in malattia di lunga durata. Vista l’impossibilità di rimpiazzare in breve tempo il personale c’è l’impossibilità di coprire i turni di lavoro.

Questo scrive Argentini del Nursind:

«Il personale del reparto, pur operando con la massima diligenza e professionalità, è impossibilitato ad assicurare un’assistenza efficace ed efficiente, aggravata dalla presenza costante di posti letto “bis” e comunque in corridoio mediamente di 15 degenti che genera una serie di problematiche di grave entità. La situazione di stress correlato al carico di lavoro cui sono sottoposti gli operatori è inaccettabile e insostenibile e determina l’aumento del rischio clinico. I ricoveri vengono disposti dal pronto soccorso indipendentemente dai posti letto disponibili e non sempre ai parenti viene comunicata la sistemazione nel corridoio del reparto».

Il Nursind sottolinea infine, oltre a chiedere alla Asl di intervenire riguardo alla grave carenza di personale, come gli infermieri siano costretti, per assicurare la continuità assistenziale, a effettuare turni di lavoro massacranti rinunciando ai riposi, con doppie e triple notti e turni giornalieri di 11 ore.