Il mercatino etnico dei senegalesi sarà trasferito dall’area di risulta al terzo sottopasso ferroviario messo a disposizione dalle Ferrovie dello Stato.
A deciderlo è stato il consiglio comunale che ha votato l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza che sostiene il sindaco Marco Alessandrini.
I locali messi a disposizione dovranno rispettare le seguenti caratteristiche e condizioni:
- sicurezza e salubrità: mercato con cancello e orario di apertura e chiusura; videosorvegliato; in una struttura a norma con illuminazione e servizi igienici;
- legalità e antiabusivismo: tutti gli ambulanti dovranno essere in regola con le autorizzazioni e i pagamenti dei tributi dovuti e la polizia municipale dovrà esercitare un controllo permanente sulla contraffazione;
- verifica della possibilità di realizzare un mercato sperimentale dove possano trovare posto anche ambulanti “comunitari”;
- definire pertanto il mercato “mercato etnico e dell’integrazione”.
È stato votato anche l’ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle che impegna il sindaco e la giunta a verificare le singole posizioni amministrative delle attività del mercatino, a istituire un apposito sportello per il ricevimento e l’istruttoria delle istanze riguardanti l’acquisizione dei titoli per le attività, a dare mandato all’ufficio comunale preposto, di preparare tutto il materiale necessario per la collocazione delle attività commerciali connesse al mercato etnico, negli attuali mercati rionali o in nuove realtà sperimentali di quartiere che si realizzeranno sul territorio comunale.
Non passa invece l’ordine del giorno del centrodestra che intendeva far collocare le bancarelle nei vari mercati per evitare di ripetere un nuovo mercato “ghetto”, come era stato anche chiesto da cittadini e associazioni di categoria.
«Questo è un modo per continuare a legalizzare un mercato illegale», sottolinea il consigliere di Forza Italia Vincenzo D’Incecco, «dove si vende merce contraffatta. Sarà ancora di più un ghetto rispetto a prima visto che sarà chiuso e coperto. Ma noi andremo a controllare se quello che vendono è davvero materiale etnico o articoli contraffatti».