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Aumento tariffe Cittadella dello Sport, associazioni chiedono incontro: “Costi insostenibili”

Reazioni da parte delle associazioni sportive a Sambuceto per il possibile aumento delle tariffe per l’utilizzo dei campi alla Cittadella dello Sport da parte del Comune di San Giovanni Teatino.
I dirigenti di alcune delle società che utilizzano gli impianti si oppongono a tali aumenti e chiedono all’amministrazione un incontro affinché si possa giungere a una soluzione, e annunciano allo stesso tempo delle manifestazione e la possibilità di valutare l’eventuale disimpegno, la cessione, o il trasferimento in altre sedi.

Gabriele Liberatore, dirigente del Sambuceto Calcio, società che con la prima squadra si appresta a giocare il campionato di Eccellenza, spiega: «Sono amareggiato, perché ritengo che un Comune debba “sostenere” lo sport in generale e una realtà sportiva che fa sacrifici. Alla luce di queste novità e aumenti stiamo cercando di portare la squadra ad allenarsi in altri campi, e valutiamo l’ipotesi di far giocare le gare interne della prima squadra fuori, togliendo così ai sambucetesi la possibilità di seguire le partite in casa del Sambuceto. Siamo pronti ad attivarci con manifestazioni di protesta civili per sensibilizzare la popolazione. Tra le iniziative in programma, stiamo valutando l’organizzazione di una manifestazione con una processione dietro a un carro funebre sul quale ci sarà scritto “è morto lo sport a San Giovanni Teatino”. Vorremmo coinvolgere le realtà sportive del territorio e le famiglie con una manifestazione civile per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sta avvenendo. La speranza, per evitare tutto ciò, è che il sindaco e l’amministrazione comunale tornino sui loro passi, e ci si possa confrontare e incontrare per trovare un accordo».

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Alle parole del ds del Sambuceto Calcio fanno da eco quelle del presidente del Sambuceto Rugby, Antonio Angelone: «Il problema è che l’amministrazione, in senso esteso, di San Giovanni Teatino, non ha a cuore lo sport. E questo nonostante in questi anni ci siano state persone che, all’interno della stessa amministrazione, abbiano cercato di mettere in luce lo sport a Sambuceto. Si dovrebbe “investire” nello sport, e non soltanto a livello economico, ma “credere e avere a cuore lo sport” in generale. Penso che non si riesca a fare una differenziazione tra business e aspetto sociale dello sport. A questo proposito mi chiedo: ma i 3,4 milioni di compensazioni ambientali ricevuti da Terna come sono utilizzati? Forse andavano investiti nella Cittadella dello Sport e nelle palestre, magari ad esempio nell’aspetto energetico degli impianti. Dal canto nostro cerchiamo di avere un dialogo sempre con la massima franchezza e dicendo la verità essendo corretti. Solo il dialogo potrebbe portare a una soluzione e a una decisione che possa dare la possibilità ai giovani di fare sport a Sambuceto».

Stefano Di Russo, responsabile del settore giovanile del Sambuceto Calcio, analizza così la situazione: «È un aumento inaspettato anche se ha radici nello scorso anno, nel quale era stato paventato.  Quest’anno però è stato un fulmine a ciel sereno che si ripropone. E questo quando le promozioni per le famiglie sono state già messe in atto. Ora ci troviamo praticamente con tariffe al triplo e con entrate già prestabilite. Ci era stato detto che avremmo riparlato di ciò, e noi siamo sempre aperti a un dialogo costruttivo. Non crediamo sia quella intrapresa la strada giusta, anche perché comunque non abbiamo servizi in più o migliorie sugli impianti in cambio. Sono atteggiamenti che ci scoraggiano, così come ci è stato richiesto il pagamento dei campi del Memorial Lancia, pur non sapendolo. La politica si sta allontanando dallo sport e dalla società, e le famiglie fanno già tanti sacrifici. Ci auguriamo e auspichiamo che si arrivi al dialogo».

Anche il presidente del San Giovanni Teatino Calcio, Paolo Pacifico, spiega quanto sta avvenendo e i possibili risvolti: «Questo fulmine a ciel sereno ci mette nelle condizioni di pensare a una eventuale chiusura della nostra società dopo 15 anni di storia. Per una società di Prima Categoria vuol dire avere costi insostenibili. Le categorie cosiddette “minori” fanno un’opera sociale non indifferente sul territorio. Ci apriamo quindi a un confronto costruttivo oppure a persone di buona volontà per rilevare la squadra. Con la “passione” possiamo sopperire quasi a tutto, ma non ci riusciremmo con questa pressione a livello economico».