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Hotel Rigopiano, protesta familiari vittime in Prefettura a Pescara [FOTO]

Manifestazione di protesta del Comitato Vittime dell’Hotel Rigopiano a Pescara oggi, mercoledì 8 novembre.
I familiari delle vittime si sono infatti radunati in una manifestazione pacifica nei pressi della Prefettura.
Per vedere la galleria di foto clicca sull’immagine qui di seguito:

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Muniti di striscioni e delle magliette dedicate ai “29 angeli”, ossia delle 29 vittime della tragedia dello scorso 18 gennaio nella struttura ricettiva di Farindola, i manifestanti si sono radunati in piazza Italia per manifestare la loro solidarietà a uno dei sopravvissuti, Giampaolo Matrone, dopo la visita fatta da quest’ultimo il 18 ottobre scorso (guarda foto e dettagli QUI) alla funzionaria che avrebbe “ironizzato” sull’allarme lanciato.

I manifestanti hanno chiesto un incontro, e il prefetto Francesco Provolo ha appena acconsentito decidendo di incontrare una delegazione di 4-5 persone.
Intorno alle 10:30 la delegazione dei familiari delle vittime ha fatto il suo ingresso in Prefettura, mentre gli altri manifestanti sono rimasti sulla scalinata con gli striscioni e con le foto delle vittime poggiate accanto all’entrata della struttura.

AGGIORNAMENTO: L’incontro con il Prefetto ha generato nuove polemiche. Ecco il video della delegazione all’uscita dalla Prefettura QUI

“Tutti i cittadini che lamenteranno disservizi negli uffici della pubblica amministrazione saranno segnalati alla Procura. Perche’ la madre degli imbecilli e’ sempre incinta”, “62 ore sotto le macerie, 180 ore di attesa per sapere il nostro destino, 6500 ore di angoscia. Una vita devastata, 29 famiglie distrutte contro 5 minuti di spiegazioni. Non parlate a noi di ansia e destabilizzazione, fossero solo questi i nostri stati emotivi”: questo il contenuto degli striscioni esposti davanti alla Prefettura dai familiari delle 29 vittime di Rigopiano.

«Ringrazio il Comitato», afferma Giampaolo Matrone, uno dei superstiti segnalati dal prefetto alla Procura dopo l’incontro con la funzionaria che minimizzò l’allarme, «che ha organizzato a mia insaputa questa manifestazione di solidarietà. Ormai siamo diventati una famiglia. Adesso andremo in quattro dal Prefetto e chiederemo delucidazioni sulla mia situazione e perché ha fatto l’esposto. Gli faremo poi altre domande e, in particolare, gli chiederemo se si ritiene responsabile della tragedia, anche se già conosciamo la sua risposta perché ha sempre detto che ha la coscienza a posto. E poi per guardarlo negli occhi e chiedergli perché ha fatto questa segnalazione alla Procura, vista la mia situazione. Ho passato 60 ore sotto le macerie, sono rimasto invalido, ho perso mia moglie e mia figlia crescerà senza madre».