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Calcio, il capitano della Miral Marco Veri guida ed esempio per i suoi compagni

Ha quarantacinque anni, ha sempre giocato in Prima e Seconda categoria con squadre locali tra Pescara e Montesilvano, ma pur essendo nato nel lontano 1970, ancora oggi la voglia di mettersi in gioco e calcare un campo di calcio è troppo forte, come se il tempo si fosse fermato venti anni fa.

È la storia di Marco Veri, capitano della Miral, squadra di Terza categoria nella quale milita da una decina di anni. Per i compagni di gioco è un esempio, sia dentro che fuori dal campo, per la sua voglia di mantenersi ancora in forma nonostante l’inesorabilità del tempo che passa e nonostante gli inevitabili acciacchi fisici che chiunque avrebbe a quarantacinque anni suonati. Quest’anno ha iniziato a giocare solo a gennaio per colpa di un infortunio, ma nella sua mente non è passata nemmeno per un attimo l’idea di smettere.

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Ha recuperato, ha continuato ad allenarsi ed è tornato in campo per guidare come sempre i suoi compagni. Nell’attuale Terza categoria Veri (sposato con un figlio che sta calcando le sue orme) è uno dei più anziani, soprattutto considerando il ruolo nel quale gioca: fa l’attaccante. Ci sono altri ultra quarantenni, ma giocano come portieri o si limitano a un basso minutaggio. Sempre titolare è il bomber della squadra: in poche partite già diversi i gol messi a segno.

Di lui i compagni dicono che è il classico bravo ragazzo, una persona molto educata e stupenda, sempre presente e che mette molta dedizione in quello che fa. «Anche quest’anno pensavo di smettere, ma non voglio rinunciare al mio sogno», queste le parole di Veri a un compagno di squadra.


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