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«Disinteresse di Comune, Asl e Municipale per i cavalli sul territorio», la denuncia della Lega del Cane

Il cavallo prima tenuto libero in un terreno nella zona del cimitero dei colli a Pescara e poi spostato più volte in altri punti sconosciuti da chi lo detiene è solo, secondo i volontari che si occupano di equidi della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, la punta dell’iceberg di un problema che in città è presente ma che non viene affrontato come si dovrebbe. Per la Lega del Cane c’è un netto disinteresse nei confronti della questione da parte di Comune, Asl e polizia Municipale.

«Fin tanto che era tenuto in zona cimitero dei Colli, seguito da cittadini e da una nostra guardia zoofila specializzata in equidi», fa sapere la Lega del Cane, «abbiamo ritenuto non ci fosse alcun termine per richiedere il sequestro del cavallo. Riteniamo che viva più felicemente un cavallo amato da un intero quartiere, con un largo spazio fornito di riparo e alberi, affaccio su strada, che un cavallo rinchiuso in un box 2×2 in un maneggio qualsiasi. Per noi è fondamentale che i cavalli siano più liberi possibile. Il cavallo non ha mai mostrato segni di sotto alimentazione o disidratazione, non ha mai avuto tossi o raffreddori e non ha mai mostrato alcun problema fisico. Era solo, e questo ci è sempre dispiaciuto, considerata la natura gregaria dei cavalli che hanno bisogno del branco, ma nel complesso le sue condizioni erano migliori di tanti altri suoi simili».

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Ma circa un mese fa il cavallo è stato spostato più volte dal suo detentore, poi ritrovato legato e in condizioni non adeguate (non aveva tettoie, non aveva acqua, non aveva neppure una recinzione adeguata ad uno stallone maschio, in grado di tutelare la sua incolumità e quella delle persone), tanto che l’associazione Lega del Cane ha presentato diversi esposti e, grazie alla collaborazione con la Forestale, che è intervenuta sul posto, il cavallo è stato portato altrove, ma la Magistratura ha per l’ennesima volta negato il sequestro. I volontari precisano che il cavallo non è però in mani terribili e che le forze dell’ordine continueranno a monitorarlo.

Ma il caso di questo cavallo è utile per riaccendere il discorso sui tanti cavalli che vengono detenuti a Pescara, spesso in condizioni davvero precarie e di cosa dovrebbero fare (ma a volte non fanno) le istituzioni: «Capiamo lo scalpore creato dalla sua storia», dicono i volontari, «ma francamente ci sono casi ben peggiori di cui occuparsi a livelli più alti. I cavalli di Pescara con situazioni difficili, tutti in mano ad alcuni noti nuclei familiari, sempre quelli, nella maggior parte dei casi collusi con malaffare e criminalità, non interessano a nessuno. Siamo davvero soli nella lotta contro queste persone spesso anche pericolose, con fedine penali lunghe e importanti. Le istituzioni pescaresi e le forze dell’ordine, si sono susseguite negli anni ma non hanno mai deciso di occuparsi con serietà di questa situazione dilagante, ci si gira sistematicamente dall’altra parte».

I volontari poi ricordano come siano stati molteplici negli anni gli avvistamenti di cavalli nei terreni, in strutture fatiscenti, al trotto su strade e spiagge e vaganti sull’asse attrezzato.

«Sul tavolo del Comune di Pescara», conclude la Lega del Cane, «da più di un anno è ferma una nostra proposta di regolamento comunale per la tutela degli equidi, per sopperire alle carenze legislative, per avere più armi al nostro arco. Non è mai stata discussa, emendata, votata. Non comporta nessuna spesa comunale, semplicemente si tratta di darci leggi a cui appigliarci. A volte non si può fare molto, ma se almeno facessimo rispettare quelle poche e inadeguate regole che ci sono, seriamente, sarebbe già un grande passo avanti».

I volontari infine lanciano un appello ai cittadini: «Scrivete, scattate foto, girate video, documentate, chiamate, denunciate. Saremo al vostro fianco. Esigete gli interventi degli organi preposti, quando vi ignorano spesso stanno commettendo un reato di omissione. Non fatevi intimidire da minacce di denunce per procurato allarme, da scuse di vario genere, siete nel giusto».

 


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