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Il mestiere di scrivere. Marco Taddei presenta il suo seminario di scrittura e creatività

Esercizi, pratica ed esperienze dirette. Partendo da queste parole d’ordine lo scrittore Marco Taddei ha messo a punto “Il mestiere di scrivere”, un seminario di scrittura e creatività che sarà ospitato dall’Accademia del fumetto di Pescara a partire dal prossimo 27 marzo.

Autore (insieme al disegnatore pescarese Simone Angelini) di alcuni dei fumetti italiani più interessanti degli ultimi anni (dal pluripremiato “Anubi” ai più recenti “Malloy” e la raccolta “Storie brevi e senza pietà”) e di un libro illustrato, “La nave dei folli” (con Michele Rocchetti), Taddei ha articolato il corso in dieci appuntamenti da tre ore. E, come ci ha confidato, sarà un ciclo di incontri “aperto a tutti, cosmopolita”.

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Ma partiamo dall’inizio.

Come si articola il seminario che terrai all’Accademia del fumetto?
Per prima cosa il corso non è centrato sulla scrittura per il fumetto, ma tratta la scrittura in generale. Alla teoria alterneremo gli esercizi, come in ogni buon corso che abbia la pratica come elemento centrale. C’è parecchia roba: da una prima fase che mi piace definire “In trincea”, dedicata alla riflessione sulla creatività e sugli input esterni, passeremo ad una che potremmo chiamare “Nero su bianco” in cui l’inchiostro la farà da padrone, per poi giungere a quella del “Toccare con mano” in cui gli esercizi saranno vagliati, corretti, sviluppati ed ampliati e ci sarà una serie di incontri per ascoltare il punto di vista di una serie di rappresentanti del mondo della scrittura.

Ho letto che il seminario è alla sua seconda edizione. Ci sono esperienze interessanti che hai voluto riproporre anche per quest’anno o idee completamente nuove?
Il seminario, dalla durata di trenta ore, sarà un’occasione unica, come al solito. Nel senso che esiste un programma ma è talmente flessibile che ogni volta mi ritrovo ad illustrare e spiegare la scrittura con parole, visioni, immagini, esempi ed esercizi sempre differenti.

Il titolo riecheggia – forse non a caso – il “Mestiere di vivere” di Pavese, un diario intimo e sofferto. Come intendi tu la scrittura, anche alla luce dei tuoi lavori come autore di fumetti?
Giusta osservazione. La scrittura è una parola magica, polivalente direi. Per alcuni è terapia. Per altri è avventura. Per alcuni è soluzione. Per altri ancora è garbuglio. Questo seminario non sarà un labirinto con un’entrata ed un’uscita ma una festa patronale con due santi patrono. Da una parte c’è Pavese dall’altra Raymond Carver.

Quanto conta per un aspirante scrittore l’esperienza diretta di chi quel mestiere lo pratica quotidianamente?
Questo paese è pieno di aspiranti scrittori e di pochi, pochissimi scrittori. Eppure è stato il paese dei Flaiano, dei Manganelli, dei Parise, dei Landolfi, dei Buzzati. Forse un corso del genere ha la sua prima ragione d’essere nel distinguere gli aspiranti scrittori dagli scrittori e cercare di dare a questi ultimi gli strumenti per avere un futuro nel mondo della scrittura.

Parlaci della bella immagine della locandina realizzata da Giulia Conoscenti
Ho conosciuto Giulia a Bologna. È una professionista splendente e le sue immagini sono figlie di un immaginario che mi ha subito colpito. Copio ed incollo le sue parole per descrivere la locandina e la sua macchina da scrivere, vera e propria unicità florofaunistica: “Tutto fiorito, pieno di animali selvaggi e selvatici, omoni neri che sbucano fuori prepotentemente dalla Valentine del buon Sottsass!” Valentine è un modello rossissimo di macchina da scrivere Olivetti progettato dal cuore indisciplinato di Ettore Sottsass, uno spirito esplosivo e creativo, direi un ottimo auspicio per il seminario e per i suoi partecipanti.

Marco Pacella

Arte e Parte è una rubrica di storia dell’arte abruzzese antica e contemporanea curata da Mario Cobuzzi (Kunst. Appunti di storia dell’arte) e Marco Pacella, (Twitter: @marco_pacella)


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