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Operazione antidroga della Finanza, foto e video del blitz

Ventinove persone arrestate, di cui 8 in carcere, 11 ai domiciliari e 10 con obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria con l’accusa di essere i promotori di una organizzazione senegalese specializzata nel traffico e spaccio di stupefacenti, molto attiva in Abruzzo e fuori regione.

Questo il bilancio della maxi operazione, denominata Ariosto dal nome del complesso residenziale di Montesilvano, messa in atto questa mattina, martedì 16 giugno, da 120 uomini della Guardia di Finanza di Pescara, 4 unità cinofile e un elicottero dotato dei raggi infrarossi per la visione notturma, per l’esecuzione del provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari di Pescara, Gianluca Sarandrea, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Gennaro Varone.

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Le misure oggi in esecuzione si aggiungono ai 21 arresti in flagranza di reato già eseguiti nel corso delle indagini che hanno portato alla denuncia di complessive 93 persone ed al sequestro di circa 39 chilogrammi di marijuana, 3,2 chilogrammi di eroina, 200 grammi di cocaina, nonché di circa 20.000 euro in contanti.

L’indagine delle Fiamme Gialle prese l’avvio dopo un sequestro di una piccola quantità di marijuana operato nel mese di ottobre del 2013 nei confronti di un occasionale acquirente che si era rifornito presso un residence di Montesilvano in via Ariosto che poi si è scoperto essere la base dei traffici.

In quella circostanza l’analisi del telefono cellulare del fermato aveva rivelato importanti contatti che hanno consentito di ricostruire l’intera “filiera” criminale. Oltre ai pedinamenti e ai servizi di osservazione, decisive sono state le intercettazioni telefoniche, risultate oltremodo difficoltose sia perché le conversazioni avvenivano in codice ed in lingua madre (senegalese – dialetto “wolof”), sia per l’estrema mobilità degli indagati che, peraltro, erano soliti cambiare molto spesso utenze. In alcuni casi la banda, per sfuggire ad eventuali intercettazioni utilizzava schede telefoniche intestate ad ignari cittadini. Quasi cento le utenze intercettate, migliaia le ore di ascolto ininterrotto per oltre cinque mesi.

L’organizzazione criminale era in grado di movimentare circa 40 chili al mese di stupefacenti per un volume d’affari superiore al milione di euro in un anno. La droga pesante come eroina e cocaina proveniva dal Senegal (dove ci sarebbero interi villaggi che vivono di questi traffici) passando dal Belgio e Torino per arrivare a Pescara. la marijuana proveniva dall’Albania direttamente a Pescara tramite corrieri albanesi o, alternativamente, reperita a Roma e trasportata a Pescara da corrieri senegalesi. Le aree dello spaccio, oltre a Montesilvano e Pescara andavano da Silvi a Francavilla.

A capo dell’organizzazione piramidale, come spiegato da Francesco Mora, comandante provinciale della Guardia di Finanza, affiancato da Roberto Di Mascio, responsabile del nucleo di polizia tributaria e Armando Masucci, comandante della Compagnia di Pescara, è A.M., senegalese di 37 anni residente a Silvi ma domiciliato a Montesilvano, capace di gestire enormi quantitativi di droga senza però mai toccare nemmeno un grammo.