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Incendio in cella nel carcere di Pescara, agenti intossicati: vigili del fuoco in azione

Un incendio è divampato nel carcere di Pescara oggi, martedì 17 luglio.
Le fiamme si sono sviluppate all’interno di una cella nel pomeriggio odierno.

Uno dei detenuti presenti all’interno, stando alle indiscrezioni trapelate un uomo di nazionalità italiana con problemi di natura psichiatrica, intorno alle ore 16, avrebbe dato fuoco alla propria cella.
A dare la notizia l’Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), che ha fornito alcuni dettagli su quanto avvenuto.

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Sul posto sono immediatamente intervenuti gli agenti della polizia penitenziaria  e, per evitare ulteriori conseguenze, si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco.

Gli altri detenuti presenti in sezione sarebbero stati fatti evacuare e nell’incendio alcuni agenti della polizia penitenziaria sarebbero rimasti intossicati e sottoposti alle cure mediche del caso.
Sulla vicenda è intervenuto Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp.
Ecco le sue parole:

“Nella sezione in questione sono allocati detenuti allontanati da altri settori e che manifestano disturbi di natura psichiatrica. Preoccupante peraltro il fatto che a seguito dell’incendio sarebbero stati disponibili scarsi dispositivi di protezione individuale.
Al di là dei motivi delle irrequietezze e delle ‘proteste dei detenuti’ la situazione del carcere di Pescara sta diventando incandescente proprio per la presenza massiccia di detenuti con problemi psichiatrici ed è l’ottimo personale di Polizia Penitenziaria in servizio nella struttura a pagarne le più dirette conseguenze.
Peraltro preoccupa il fatto che istituti penitenziari quali quello di Pescara, di regola non investiti da particolari eventi critici riguardo l’ordine e la sicurezza interni malgrado il sovraffollamento,inizino a manifestare anch’essi quei segnali tipici della disgregazione e della disorganizzazione propri del sistema penitenziario italiano, in concomitanza da un lato, con la crescente presenza di detenuti affetti da disturbi di natura psichica (che in carcere non avrebbero dovuto esserci vista la legge di chiusura degli OPG) e d’altro canto in ragione di una progressiva carenza negli organici del personale di Polizia Penitenziaria che per errori del passato governo e dell’ancora attuale amministrazione investe ogni settore e servizio nelle carceri del paese”.