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Asl Pescara, causa D’Amario contro Fials: il giudice archivia il caso

«Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste». Con questa motivazione il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pescara ha archiviato, lo scorso 8 marzo, la richiesta firmata dall’ex direttore generale della Asl di Pescara Claudio D’Amario di perseguire un iscritto e dirigente del sindacato Fials dando seguito a una lettera anonima di due righe in cui si segnalava che non lavorava e passava il tempo a fare telefonate non di servizio.

Come segnala la stessa Fials è la settima volta che D’Amario perde in poco più di 2 anni, «ma a pagare per spese legali o danno di immagine sono e saranno i cittadini».

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Questi le 7 cause promosse contro dirigenti o iscritti della Fials:

  • Trasferimento della nostra segretaria aziendale ad altra sede a oltre 25 chilometri da Pescara. Cosa non consentita nei confronti di chi ricopre incarichi sindacali senza comunicazione alla sigla sindacale. La nostra dirigente era anche tutelata dal fatto che essendo in aspettativa per maternità non poteva essere trasferita. Il giudice annulla;
  • Rapporto disciplinare contro la nostra segretaria aziendale perché – l’Azienda sosteneva – non aveva inviata l’aspettativa di maternità. Il giudice annulla;
  • Sospensione dal lavoro del nostro segretario provinciale perché il direttore generale si porta, con macchina e autista, presso il nosocomio di Penne e giunto colà si presenta nel reparto dove presta servizio il nostro Segretario chiedendo di lui e non lo trova. Il giudice annulla perché, sentite alcuni testimoni, il nostro Dirigente era sì fuori reparto ma per approvvigionare lo stesso di materiali e, quindi, per servizio;
  • La nostra segretaria aziendale viene inquisita perché una lettera anonima l’accusa di fare telefonate personali dall’ufficio. Il giudice sancisce il “non luogo a procedere”;
  • In una dichiarazione sulla stampa il nostro segretario provinciale si lagna di atteggiamenti autoritari e fascisti nei confronti della nostra sigla, riceviamo una denuncia. Il giudice annulla;
  • In una dichiarazione alla stampa il nostro segretario provinciale definisce poco equilibrato l’atteggiamento di D’Amario sulle scelte che effettua, riceviamo una denuncia.

La Fials ora si rivolge al nuovo direttore generale Armando Mancini «sollecitandolo affinché istituisca una Commissione d’inchiesta ufficiale su quanto accaduto nei nostri confronti. La Commissione avrà anche il compito di valutare il danno sia di immagine che di natura economica che l’azienda ha ricevuto. Individui le persone che hanno collaborato in prima persona, firmando relazioni, richieste di provvedimenti. Caso strano in queste denunce e in molti dei processi promossi dalla gestione D’Amario i testimoni indicati dall’azienda, ed è facile verificarlo, erano sempre gli stessi. Quantificare quanto l’azienda, e quindi noi cittadini contribuenti, abbia speso per promuovere tali cause e trasmetta alla Corte dei Conti competente quanto sperperato per avviare e seguire tutti questi processi che, come anche ha riconosciuto un tribunale, erano atteggiamenti antisindacali».

claudio d-amario

La Fials infine si chiede: «Chi ridarà la dignità, la serenità, l’immagine a tutti coloro che, come si usa dire, “sono finiti sui giornali”. Quale eventuale somma in denaro potrà risarcire chi ha visto il proprio nome associato a fatti irripetibili quali “si fa timbrare il cartellino”; “assente sul posto di lavoro”; “ingiuria il proprio Direttore dandogli del matto”. Tutte notizie che oggi rimangono per sempre sui motori di ricerca. Non è come prima che chi voleva cercare una notizia si recava in biblioteca a farsi una fotocopia del giornale. Oggi, con la presenza dei siti di notizie web le notizie stesse rimangono per sempre e compaiono sui motori di ricerca. Le notizie, non la successiva assoluzione o il non rinvio a giudizio».