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Giovane morto ad Atri, l’autopsia: non si è trattato di meningite

Non si è trattato di un caso di meningite: questo, in estrema sintesi, l’esito dell’autopsia disposta sul corpo del 32enne morto ad Atri nella notte tra sabato 26 e domenica 27 novembre.
A causare il decesso di L.D.E. nella sua casa a Casoli di Atri, non sarebbe stata la meningite (né batterica né virale), come accertato dall’autopsia effettuata a Teramo dall’anatomopatologo Carmine Fortunato.

I sintomi iniziali, ossia febbre molto alta e vomito, prima del decesso, avevano fatto scattare, in via precauzionale, da parte della Asl, il piano di profilassi previsto in tali casi (con i familiari dell’uomo).
L’esame macroscopico delle membrane encefaliche ha però fatto escludere l’ipotesi di meningite, così come i successivi esami non hanno rilevato batteri riconducibili al meningococco.

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Con ogni probabilità, a causare la morte del 32enne sarebbero stati problemi riscontrati al cuore, sul quale è stata riscontrata un’infiammazione.
Quest’ultima ipotesi verrà definita meglio nei prossimi giorni con ulteriori test.

Ciò che è certo, al momento, è che non si è trattato di un caso di meningite.