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Idrocarburi nel fiume Pescara dal torrente Arolle, la denuncia della Stazione Ornitologica [FOTO-VIDEO]

Un flusso di idrocarburi presente nel torrente Arolle nel territorio comunale di Tocco da Casauria che finisce poi nelle acque del fiume Pescara. Questa la denuncia che fa la Stazione Ornitologica Abruzzese.
Per guardare la galleria di foto basta cliccare sull’immagine in basso:

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I volontari della Stazione Ornitologica Abruzzese hanno eseguito un sopralluogo sul posto lo scorso 22 aprile e «le immagini raccolte», dicono, «sono letteralmente impressionanti, con ponti, sponde, pietre e alberi vistosamente sporchi di idrocarburi; ne è seguita una dettagliata segnalazione agli enti da parte dell’associazione».

«Quella degli idrocarburi al torrente Arolle», spiegano dalla Stazione Ornitologica, «è una storia che mette insieme interessanti fenomeni naturali, interventi antropici di secoli per lo sfruttamento di una risorsa naturale e abbandono da decenni dei manufatti. Una condizione che sicuramente dovrebbe vedere un intervento di verifica e di mitigazione da parte delle autorità e anche di valorizzazione e di ulteriore studio del territorio per quanto riguarda le questioni riguardanti l’archeologia industriale e la storia naturale del paese. A causa di un fenomeno naturale noto ma abbastanza raro in Italia, da una zona di sorgenti sulfuree escono idrocarburi che si riversano nelle acque del torrente Arolle che a sua volta si getta nel fiume Pescara dopo alcuni chilometri. In occasione di periodi di precipitazioni intense la fuoriuscita diventa addirittura copiosa, tanto che esistono notizie risalenti al medioevo relative alla raccolta degli idrocarburi da parte della popolazione con metodi rudimentali».

Il 30 aprile scorso la Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, tenuto conto anche di alcuni dati di presenza di idrocarburi nelle acque e nei sedimenti del fiume Pescara, ha scritto una dettagliata lettera a tutti gli enti a vario titolo competenti, dai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico alla Regione, dai Carabinieri-Forestali ai Comuni, per chiedere un intervento per:

  • adottare misure di mitigazione del fenomeno di dispersione degli idrocarburi nelle acque superficiali;
  • monitorare le acque sotterranee per valutare l’eventuale presenza di idrocarburi;
  • pur essendo un fenomeno in larga parte di origine naturale, bisogna verificare attentamente se sussiste un ruolo nella dispersione degli idrocarburi nelle acque dei molteplici interventi antropici, quali scavi, pozzi, serbatoi, vasche realizzati nell’area che potrebbero aver modificato sia le condizioni di rilascio sia quelle ambientali delle aree immediatamente circostanti i manufatti. Ricordiamo che il principio “Chi inquina paga” vale anche per le contaminazioni cosiddette “storiche”, sia per gli interventi di messa in sicurezza che per quelli di bonifica.
  • verificare se le acque superficiali/sotterranee sono utilizzate in modalità tali da poter costituire una fonte di esposizione, diretta o indiretta, per l’uomo agli idrocarburi;
  • studiare attentamente gli eventuali effetti di tale dispersione sulla qualità di acqua e sedimenti lungo il Fiume Pescara, anche per assegnare con certezza la provenienza delle contaminazioni riscontrate.

Di seguito alcuni video girato dalla Stazione Ornitologica Abruzzese: