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Anubi di Taddei e Angelini candidato a Miglior Fumetto al Festival di Treviso

Dopo la vittoria del Premio Attilio Micheluzzi nell’edizione 2015 del Napoli Comicon assegnata al fumettista Ratigher, un’altra buona notizia si profila nel mondo del fumetto abruzzese. È di queste ore infatti la candidatura di “Anubi“, graphic novel uscita pochi mesi fa per la casa editrice Grrrz Comic Art Books e firmata dal duo Marco Taddei e Simone Angelini (sceneggiatore di Vasto il primo, fumettista pescarese il secondo), al Premio Boscarato del Treviso Comic Book Festival nella sezione “Miglior Fumetto Italiano”.
Una notizia importante, che conferma ancora una volta il successo che il libro sta raccogliendo ormai in tutta Italia, sottolineato anch’esso al Comicon partenopeo con la vittoria del Premio XL 2016.
Un fumetto tagliente, sapientemente giocato su dinamiche che si direbbero underground, a livello espressivo e narrativo, in cui il Dio sciacallo egizio è catapultato, privo di qualunque aura sacra, in una cittadina di provincia contemporanea che ricorda da vicino i luoghi di vita degli autori. Ed è il bar allora il ritrovo a suo modo più sacro in questo mondo che ha da secoli sconfitto i suoi miti, mentre tutt’intorno ruotano le vite di personaggi strampalati, donne e uomini scavati in volto o abbrutiti da un’esistenza pericolosamente al limite della schizofrenia. Non manca in questa lista di improbabili outsider, ad esempio, lo sguardo affilato di William Burroughs.
Libro maturo, affilato e complesso, pur nell’apparente linearità umoristica dell’impianto, Anubi ha raccolto fin da subito il favore della critica e del pubblico senza fare nulla per attirare facili appoggi, ma anzi evidenziando la capacità di Taddei e Angelini nel proporre in oltre 300 pagine un acido e tragicomico spaccato di vita lontana dai riflettori della metropoli ma chirurgicamente, inesorabilmente umana.

Marco Pacella

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Arte e Parte è una rubrica di storia dell’arte abruzzese antica e contemporanea curata da Mario Cobuzzi (Kunst. Appunti di storia dell’arte) e Marco Pacella, (Twitter: @marco_pacella)