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Insigne, Verratti e Immobile, campioni “made in Pescara” in cerca di consacrazione con la Nazionale

Tre ragazzi uniti da una profonda amicizia, da un pallone che rotola e soprattutto da una fantastica annata trascorsa assieme che li ha lanciati nel gotha del calcio internazionale. Si tratta di Lorenzo Insigne, Marco Verratti e Ciro Immobile, che nell’unica stagione passata insieme a Pescara hanno fatto mirabilie, portando gli abruzzesi in Serie A e finendo sui taccuini dei club più importanti di mezza Europa. Il tutto nell’indimenticabile campionato 2011/12 agli ordini del guru Zdenek Zeman, che ha fatto da maestro a tre dei talenti più cristallini del calcio italiano. Quello stesso movimento che tanto sta faticando a tornare ai vertici internazionali, anche a causa dell’apporto non sempre all’altezza dei tre “scugnizzi” di Pescara, che in maglia azzurra raramente hanno fatto davvero vedere tutto il loro potenziale. Serve però una drastica inversione nel più breve tempo possibile, perché a marzo l’Italia sarà di nuovo in campo per sfide delicatissime che varranno la qualificazione al prossimo Campionato europeo. Un appuntamento che l’Italia non può permettersi di fallire, dopo la clamorosa mancata partecipazione all’ultima Coppa del Mondo. Una manifestazione dove la squadra di Roberto Mancini non parte certo con i favori del pronostico, stando anche alle quote di Betway che vede la Francia davanti a tutti (5.00), seguita da Spagna (7.50), Belgio, Inghilterra e Germania (8.00) e poi proprio gli azzurro dati a 15.00 (quote al 6 febbraio 2019).

Un terzetto che dopo l’anno di Pescara si è smembrato, prendendo strade calcistiche diverse, ma restando sempre molto unito. Insigne è tornato a Napoli, la casa madre dove è diventato uno dei simboli non solo del club partenopeo, ma anche del calcio italiano. Il fantasista azzurro a breve diventerà anche il capitano dei napoletani, prendendo il testimone dal partente Marek Hamsik. La sua crescita è stata continua, trovando sempre più spazio da Mazzarri, passando per Benitez e Sarri fino ad Ancelotti. Oggi Insigne è un inamovibile dei partenopei e negli anni ha affinato le doti sia in fase di realizzazione che, soprattutto, di verticalizzazione, facendo la felicità dei suoi compagni. Si attende però la crescita definitiva, che a 27 anni non può più tardare ad arrivare. Manca diventare un punto di riferimento anche in campo internazionale, uscendo dal quel guscio protettivo che è il suo Napoli. Chissà che il fresco binomio con Mino Raiola (altra assonanza con l’amico Verratti) non possa aiutarlo in questo percorso.

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L’approdo di Verratti nel grande calcio è stato certamente più repentino, senza tappe intermedie. Dopo quattro anni in maglia del Pescara, il regista è subito finito nelle mire del Paris Saint-Germain che non ci ha pensato un attimo per investire 15 milioni su un ragazzo di belle speranze, ma mingherlino e che mai aveva assaggiato palcoscenici importanti. E invece Verratti ha dimostrato fin da subito le sue capacità anche in una grande squadra come quella francese, scalando gerarchie, fino a diventarne un faro. Non è un reato dire che oggi il gioco del PSG passi anche e soprattutto attraverso i piedi dell’ex biancazzurro. Certo, il cammino per affermarsi tra i transalpini non è stato facilissimo, ci sono state critiche a cui però Verratti ha sempre saputo rispondere sul campo. A tormentarlo, semmai, sono spesso gli infortuni, che finora hanno condizionato la definitiva consacrazione e hanno costretto il PSG a rituffarsi sul mercato per prendere un suo alter ego come Leandro Paredes, come spiega Tuttomercatoweb.com.

A chiudere questo trio perfettamente equilibrato è colui che alla fine concretizzava il gran lavoro degli altri, cioè Ciro Immobile. Il bomber napoletano che sta trovando una continuità invidiabile a Roma, sponda laziale. Dei tre, quella del centravanti è stata la carriera più ondivaga. Di proprietà della Juventus, che non ha mai realmente puntato di lui, dopo Pescara è stato acquistato dal Genoa, fallendo il primo vero appuntamento con la Serie A. La rivincita, però, arriva dopo appena un anno, quando con la maglia del Torino si laurea capocannoniere del massimo campionato, convincendo Klopp a portarlo al Borussia Dortmund. A un avvio molto positivo non fa però seguito un rendimento positivo e dopo appena un anno arriva la possibilità del Siviglia. Ma in Spagna Ciro resta il tempo di sei mesi, prima di far ritorno al Torino, che diventa poi il grande apripista per la Lazio che di fatto lo acquista dal Borussia, ancora titolare del cartellino per appena 11 milioni. È l’inizio di una nuova carriera per Immobile, che recupera lo spolvero di un tempo, diventa nuovamente capocannoniere della A e continua a mantenere una media realizzativa da capogiro. Il tutto da mettere ai servigi di Mancini, che punterà anche su di lui per fare grandi cose all’Europeo 2020.