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Consiglio comunale su balneazione rinviato, il centrodestra: censura inaccettabile

«Una censura inaccettabile da parte di Blasioli». Questo il punto di vista dei consiglieri di opposizione del centrodestra che non digeriscono la decisione del presidente del consiglio comunale di aver deciso il rinvio dello stesso giovedì scorso per il rifiuto degli esponenti di minoranza di svestire una maglietta con la scritta “Alessandrini dimettiti”.

Secondo il centrodestra quella scritta era solo espressione di un dissenso e non rappresentava alcun tipo di offesa e confermano che la indosseranno a oltranza anche nelle prossime riunioni dell’assise civica.

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«Il mare inquinato», dice Carlo Masci, «ha provocato una figuraccia mondiale e noi in passato non abbiamo mai vietato le forme di protesta. L’inadeguatezza del sindaco è evidente, solo l’altro ieri diceva che non ci fossero problemi ma è stato smentito dai fatti. Chi ha detto che fossimo conniventi col centrosinistra per non far svolgere il consiglio è scriteriato. Siamo stati noi a chiedere il consiglio e vogliamo che si rifaccia al più presto».

«Il presidente Blasioli», sottolinea Marcello Antonelli, «aveva preso pubblicamente l’impegno di convocare la conferenza dei capigruppo ma non l’ha fatto».

Rincara la dose Guerino Testa: «Siano stati ostaggio prima della vacanza del sindaco Alessandrini e ora di quella di Blasioli che la prossima settimana non potrà convocare il consiglio visto che sarà in vacanza. La lettera del centrosinistra a sostegno del primo cittadino è davvero patetica».

Secondo Armando Foschi si è di fronte a una arroganza senza limiti e la maggioranza è arrivata al capolinea e deve togliere il disturbo.

Per Fabrizio Rapposelli «è scandaloso quanto accaduto, il sindaco se fosse stato veramente esente da responsabilità avrebbe dovuto prendere la parola e dire di andare avanti a Blasioli per rispetto dei cittadini». Lo stesso sostiene anche il collega di partito Vincenzo D’Incecco.

«Mi colpiscono le dichiarazioni circolate in questi giorni in merito a quanto accaduto in Consiglio giovedì scorso», dice il presidente Antonio Blasioli, «l’ultima quella di Maurizio Acerbo che ci ha ricordato di come cose simili non fossero mai accadute ai tempi della sua opposizione. Probabilmente perché le sue prese di posizione, ricordo quando salì sui banchi, presidente Nino Sospiri dell’Assise, ma anche altre proteste, non solo sue, andate in onda sia sugli scranni che in platea, ad esempio l’animato Consiglio del gennaio 2009, che seguì alla brusca fine del mandato dell’ex sindaco Luciano D’Alfonso quando la minoranza di allora levò dei cartelli, oppure le prese di posizione dell’attuale maggioranza quando era opposizione, che arrivò anche ad occupare la Presidenza per un tempo limitato e i Consigli accompagnati anche dalla protesta del pubblico, negli anni scorsi, bene, mai, nella galleria delle mobilitazioni citate e delle altre avvenute in passato, la protesta era mai stata così cieca come quella di giovedì. Vorrei sottolineare che a più riprese ho sospeso il Consiglio per cercare di riportare alla ragione il centrodestra. Ho interloquito con loro. Ho convocato anche una conferenza dei capigruppo a cui non hanno preso parte per cercare di convincerli e trovare una soluzione che portasse allo svolgimento, ma non c’è stato verso. I consiglieri hanno tanti modi per esprimere la loro posizione politica dalle mozioni, alle proposte di delibera, agli ordini del giorno e anche alle richieste di Consigli straordinari, come era quello di giovedì. Nonostante questo ho permesso loro di tenere le magliette, di farsi riprendere e fotografare, come è sempre accaduto anche in passato, salvo poi a tornare alla normalità, ma non è accaduto. Credo che ci sia stata una precisa volontà di non discutere e di cercare invece di alzare i toni, come poi è successo tra le due opposizioni. Prima di assumere la decisione definitiva ho riunito la conferenza dei capi gruppo ed ho seguito l’indicazione di questa. Ritengo che il Consiglio comunale sia la prima istituzione della città, l’aula della democrazia e non del varietà. Da qui la ferma intenzione a riconvocare la seduta per chiarire quello che tecnici e lo stesso sindaco erano disposti a chiarire alla città con i loro interventi circa la situazione determinatasi nel fiume e nel mare e i provvedimenti intrapresi. Con me Presidente questo è stato e questo sarà. Quando il consigliere Acerbo tornerà in Consiglio tra quattro anni si sceglierà un presidente più flessibile di me. Per ora gli toccherà accontentarsi».