«Con il suo mestiere e la sua passione per la fotografia», ha detto il presidente della Provincia Antonio Di Marco, «Di Venanzio è stato testimone della vita e della società abruzzese, e in particolare di San Valentino, dagli anni ’30 agli anni ‘50. In un periodo storico di grande povertà, la fotografia era un lusso che non tutti potevano permettersi: Di Venanzio ha avuto il grande merito di rendere “democratico” il mezzo fotografico, testimoniando anche vita e costumi delle classi sociali meno abbienti. Oggi per noi un patrimonio di inestimabile valore».
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