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Nonno Michele e la sua passione per le api e per il miele

Una passione che dura da una vita, e che prosegue ininterrotta nonostante l’età e gli spostamenti avvenuti tra Puglia e Abruzzo.
È proprio questo che contraddistingue il particolare “rapporto” creatosi nel corso degli anni tra Nonno Michele e le sue api.

E gli sciami, per l’attivissimo 84enne, sono diventati dei veri e propri compagni di vita, con le api che rappresentano delle amiche da accudire e curare nei minimi dettagli.
Tornando indietro nel tempo, è proprio Nonno Michele a spiegare come sia nata la sua passione per questi laboriosi insetti: «Sostanzialmente tutto è partito sin da quando ero piccolo. All’età di 6 o 7 anni ho iniziato a dare una mano ai miei genitori, e quindi oggi porto avanti quella che potrebbe definirsi una tradizione di famiglia».

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L’infanzia vissuta sul Gargano e poi a Foggia città, prima del trasferimento in Abruzzo, a Francavilla al Mare, nei primi anni del Duemila.
E, nonostante il lungo trasloco, Nonno Michele ha deciso di portare con sé alcune delle arnie dalla Puglia: «A Francavilla sono riuscito a portare solamente un paio di piccole arnie, che mi hanno però consentito di ripartire anche in Abruzzo con l’hobby dell’apicoltura».

Emblematica è quindi la risposta dell’anziano signore quando gli si chiede di spiegare cosa significhi per lui questa passione e cosa rappresentino le api nella sua vita: «Per me significa quasi “vita”, perché cerco di impegnarmi per costruire loro delle arnie riciclando materiali e altri oggetti dismessi. Costruire la loro “casa” mi permette di essere impegnato e di trascorrere il tempo. Stando con le api mi diverto e passo il tempo restando impegnato in qualcosa che mi piace fare, quindi una delle soddisfazioni è anche quella di non annoiarmi mai con loro».

Come un vero e proprio padre premuroso, Nonno Michele trova la sua soddisfazione personale solamente quando tutte le arnie sono sistemate e in ordine, ed è quindi sicuro che le sue api stiano bene: «Definirei il mio hobby come un passatempo, ma fondamentalmente le api per me sono come tante amiche. Torno soddisfatto e contento a casa sia per il lavoro fatto, sia per loro, perché vivono bene. Il mio impegno, oltre alla produzione di un po’ di miele e cera genuini, è infatti quello di aiutarle e farle sopravvivere, perché purtroppo, pur essendo molto utili per i raccolti, negli ultimi anni il loro numero è diminuito a livello globale».

L’84enne ha però un sogno nel cassetto, o meglio, per restare in tema, nelle “cassette” delle api, ed è quello di riuscire a tramandare questa sua passione: «Mi piacerebbe e sarei molto contento nel trovare qualcuno che abbia voglia di imparare questo hobby. Lo farei con molto piacere, e per me sarebbe una gioia ancora maggiore poter trasmettere qualcosa che a mia volta ho imparato, anche per cercare di dare un seguito a questo passatempo. I miei nipoti appena possono vengono a trovarmi e mi danno una mano, ma vivono fuori dall’Abruzzo, quindi nel loro caso si tratta di un aiuto temporaneo».

Accanto alla tradizione da voler trasmettere, Nonno Michele non perde occasione per documentarsi e tenersi aggiornato sul mondo delle api leggendo e studiando tramite qualsiasi tipo di fonte, ed è pronto a dispensare anche alcuni piccoli consigli per tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo delle api: «Quando ero piccolo ricordo che le arnie erano a forma di prisma, a differenza delle cassette odierne, ed erano anche molto più difficili da trattare. Sapersi “muovere” tra le api permette anche di non essere punto. Come dice il famoso proverbio, “la calma è la virtù dei forti”, e agendo con calma è possibile non far innervosire le api e non renderle aggressive. Uno degli accorgimenti da utilizzare è ad esempio quello di non utilizzare profumi sul proprio corpo, in modo tale da non “attirare” le api e non rischiare quindi di farsi pungere».

L’ultimo pensiero dell’anziano è per la tutela delle api anche in virtù della loro utilità in agricoltura: «Dove ci sono le api c’è un raccolto mediamente maggiore del 20-30%, favorito dalla loro opera di impollinazione. La diminuzione delle api degli ultimi tempi coincide anche con un abbassamento nella quantità dei raccolti, e l’uso dei pesticidi in campo agricolo è sicuramente deleterio per la loro esistenza».

Michele Pacella

Giornalista

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