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Museo Emanuele Ricci, il regno delle auto d’epoca e non solo

Una trentina di automobili, un pulmino, due autocarri, un’autogru, un trattore e una delle prime Ape della Piaggio. Ma anche latte e taniche d’olio lubrificante e distributori di benzina risalenti a molti anni fa, cimeli e oggetti del passato, una collezione di maglie del ciclismo professionistico, sei bici bicicletta da corsa (anche una di Coppi del 1946 e una di Moser). All’interno del museo Emanuele Ricci si fondono più anime: la passione per le auto, quella per lo sport in genere e in particolare per calcio e ciclismo, ma anche la voglia di non dimenticare il nostro passato, ma al contrario di cristallizzare dentro a un museo dall’atmosfera magica un periodo della nostra storia passata.

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Magistralmente rimesse a nuovo nei locali del museo di via Cavour 77 a Sambuceto trovano spazio vetture di periodi diversi e dalle anime opposte, ma tutte con il comune denominatore di avere rappresentato un pezzo di storia dei motori e del nostro Paese. Sono tutte italiane (Alfa Romeo, Fiat e Lancia) tranne una, la francese Renault 4 “3 marce” del 1962, prima automobile di Renato Ricci, fondatore del museo e figlio di Emanuele. La più antica della collezione risale al 1930, la Fiat Balilla (camioncino). Altri modelli della casa di Torino sono la 600 Multipla del 1965, la 500 C Furgoncino del 1952, la Balilla 508 del 1936, la 1100-103 familiare del 1955, la 500C Belvedere tipo giardinetta del 1952, la 1500L del 1965, la 1400 B del 1959, la 1100 Special del 1961, la 500C furgoncino del 1952, la 1100E Musone Berlina del 1952, la Topolino del 1939, il 1100 Camion Musone del 1949 e la 600D del 1961. Dell’Alfa Romeo la 1900 Berlina del 1952. Non manca un’Autobianchi Bianchina del 1966. Tra le Lancia è possibile ammirare dei pezzi unici come l’Ardea Furgone chiuso del 1947, l’Ardea del 1950, l’Aurelia B12 del 1955, la Flaminia 2500 coupè Pininfarina del 1959 e l’Ardea Giardinetta del 1951. Ricco di ricordi è invece l’Om Leoncino, un bus, carrozzeria Casaro del 1953, che era simile con il quale viaggiava Ricci da bambino. Lo ha trovato e ricostruito proprio come quello che risiedeva nella sua memoria. Davvero simpatici il Leoncino Cisterna del 1959 e il Fiat 615 Autogru Soccorso Stradale del 1964, molto simile a Cricchetto, divenuto famoso nella serie dei cartoon “Cars”.

L’altra anima forte del museo è quella riservata al ciclismo, con Ricci presidente del Trofeo Matteotti (valido anche come campionato nel ’65, ’75, ’95) lasciatogli in eredità dallo zio Fulvio Perna. Tra i pezzi unici la mitica Bianchi di Fausto Coppi con le ruote in legno, con cui, nel 1946, prese parte alla seconda edizione del Matteotti, ma anche le maglie che hanno scritto la storia di questo sport: da Nencini a Bartali, da Mussuew a Saronni, ma ancora Moser, Gimondi, Bugno, Di Luca e Bettini.

Il museo è visitabile gratuitamente tutti giorni dalle 8:30 alle 12:30 e dalle 15 alle 18:30 e il sabato dalle 8:30 alle 12. È consigliabile prenotare la visita allo 085/4461864