Lo sgombero del cosiddetto ghetto di via Ariosto a Montesilvano, avvenuto questa mattina, mercoledì 31 maggio, nel corso di un blitz che ha visto in azione circa 300 agenti delle forze dell’ordine tra polizia, carabinieri, polizia municipale, guardia di finanza, polizia provinciale e vigili del fuoco, ha generato non poche polemiche.
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Ma il sindaco della città, Francesco Maragno, che aveva firmato circa 6 mesi un’ordinanza di sgombero delle palazzine “Tillia” e “Viola” per gravi pericoli di incolumità sia pubblica che privata e per questioni igienico-sanitarie, difende la sua scelta e parla di problema risolto dopo un’attesa di oltre 20 anni grazie a un lavoro condotto sotto traccia in questi ultimi mesi nei tavoli convocati in Prefettura per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Queste le parole del primo cittadino montesilvanese:
«Con lo sgombero delle palazzine, viene chiusa una centrale di spaccio e contraffazione. Subito dopo lo sgombero abbiamo avviato gli interventi di disinfestazione, sanificazione e muratura degli appartamenti per impedire occupazioni abusive. Via Ariosto è uno dei luoghi nevralgici del territorio poiché a ridosso della zona turistica di Montesilvano. In questo periodo abbiamo inoltre lavorato per preparare al meglio gli occupanti degli appartamenti, dando loro anche il tempo necessario per individuare sistemazioni alternative».