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“Tutela la tua salute”, progetto della Lilt con gli Scout Pescara 1 [FOTO]

Si chiama “Tutela la tua salute” ed è il nuovo progetto di prevenzione oncologica promosso dalla Lilt di Pescara che vedrà protagonisti gli Scout del Gruppo Pescara 1-Spirito Santo.

La Lilt, la lega italiana la lotta ai tumori, porterò avanti, con i ragazzi scout, un programma di informazione-formazione sugli strumenti disponibili per contrastare l’insorgere di malattie neoplastiche elaborando un lavoro che sarà presentato alla cittadinanza nel corso di una giornata dedicata interamente agli scout della città nei primi mesi del 2016.

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Per vedere le foto della galleria basta cliccare sull’immagine in basso:

lilt progetto scout (3)

Uno degli obiettivi del programma è quello di coinvolgere il maggior numero possibile di giovani di età compresa tra i 14 e i 16 anni. Proprio in questa fascia di età più sensibile è la prevenzione primaria ovvero l’eliminazione di quegli elementi e abitudini di vita che fanno insorgere tali patologie.

Ad annunciare il progetto è Marco Lombardo, presidente della Lilt e Maria Di Domenico, psiconcologa responsabile del progetto e i capi degli scout Mirella Casaccia e Andrea Di Matteo.

Gli scout coinvolti parteciperanno a degli incontri settimanali con gli operatori della Lilt per dare concretezza a dei progetti di informazione sugli effetti prodotti dal sovrappeso, o dall’abuso di alcol, e sui “colori della vita”, ossia i cinque colori degli alimenti che svolgono una funzione antiossidante, come il mirtillo, la salvia, l’olio extravergine d’oliva, e in genere la frutta e la verdura, che dovrebbero far parte quotidianamente della nostra dieta.

«Nella mia attività lavorativa», dice Lombardo, «ho sempre curato le persone che già si erano ammalate. Da dieci anni circa, però, ho deciso di dedicare la mia attività anche a far sì che la gente non si ammali più. Quando ho iniziato a lavorare, il 90 per cento dei ‘casi’ moriva, solo il 10 per cento si salvava. Oggi riusciamo a guarire, grazie alle medicine, alle terapie chemioterapiche, biologiche e radioterapiche, il 60 per cento dei casi. Resta lo zoccolo duro del 40 per cento che non riusciamo a guarire, e allora è evidente che potremo abbattere quella percentuale solo divulgando uno stile di vita sano, che preveda l’abolizione di abitudini come il fumo, l’adozione di una corretta alimentazione e l’eliminazione di infezioni come quella al collo dell’utero o l’epatite virale».