Search

Pescara, vendevano oggetti online e dopo pagamento non consegnavano merce: le scoperte della polizia postale

Emergono i dettagli dell’operazione che ha portato la polizia postale alla scoperta di numerose truffe online per un ammontare complessivo di oltre 200mila euro, e all’esecuzione di 11 misure cautelari nei confronti di 11 pescaresi.
L’indagine, partita diversi mesi fa, ha coinvolto 33 indagati, mentre per quanto riguarda gli undici colpiti da misura cautelare nella mattinata di oggi, giovedì 31 maggio, per 8 sono scattati gli arresti domiciliari, mentre per altri 3 è stato disposto l’obbligo di dimora.

Le 11 persone sono accusate, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere finalizzata a truffe online e indebito utilizzo di carte di credito.
A spiegare i dettagli delle indagini che hanno portato alla scoperta delle truffe da parte della polizia postale, Elisabetta De Narciso vicequestore e responsabile, Gianluca De Donato vice questore, e Manuela Carulli.

Inserisci il tuo codice AdSense qui

Ecco la ricostruzione delle truffe e dei raggiri scoperti nel corso delle indagini, nelle parole della polizia postale:

Bonifico o ricarica su carta ricaricabile era il “modus operandi” di chi vendeva la merce. I truffatori andavano poi a recuperare il denaro negli Atm. Le due attività principali svolte dagli investigatori nel corso delle indagini sono state quelle dell’acquisizione della lista dei movimenti delle carte prepagate e l’individuazione dei punti Atm dove i truffatori andavano a ritirare il denaro.
Gli oggetti in vendita erano di vario tipo, da pneumatici a motori fuori bordo fino a oggetti di elettronica, con i potenziali acquirenti che venivano invogliati dai prezzi di mercato molto bassi.

Per avere la fiducia i truffatori inviavano anche false ricevute e fatture tramite WhatsApp. C’erano anche alcuni prestanome che andavano a ritirare il denaro negli Atm.

Alcuni degli indagati e arrestati erano già noti alle forze dell’ordine mentre un altro gruppo sarebbe nuovo.
I truffatori studiavano nei minimi dettagli le caratteristiche tecniche degli oggetti che vendevano pur non avendoli materialmente, e questo allo scopo di saper rispondere alle eventuali domande degli acquirenti.

Un acquirente aveva anche detto a uno dei truffatori di aver visto articoli di giornale nei quali si parlava di denunce e arresti che lo riguardavano, ma nonostante questo è riuscito a portare a termine la vendita.
Nel corso delle indagini sono stati visionati 200 ore di video con l’identificazione di 100 prelevatori.
Gli indagati rischiano pene da 1 a 7 anni di reclusione, e in totale vengono contestate oltre 100 truffe.

Alla luce delle scoperte fatte, il consiglio della polizia postale è quello di verificare sempre con attenzione i siti di commercio elettronico nei quali si effettuano acquisti allo scopo di evitare di cadere nelle truffe.

Qui di seguito un video della polizia postale relativo alle indagini: