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Truffe alle banche tra Pescara e Chieti per oltre 300mila euro: sgominata banda

Truffe alle banche e alle società finanziarie tra le province di Pescara e di Chieti per oltre 300mila euro, la polizia smantella una organizzazione criminale.
Questo il risultato di una complessa indagine che ha permesso agli agenti di sgominare una banda dedita alle truffe.

Nello specifico, stando a quanto emerso nel corso delle indagini partite circa 2 anni fa (nel novembre 2015), a capo della banda, a Pescara, ci sarebbero state tre persone: M.P., 46enne, e P.D.F., 64enne, entrambi pescaresi già noti alle autorità, e F.S.D.S., 57enne foggiano.
I tre sono stati denunciati per associazione per delinquere finalizzata alla perpetrazione di truffe, mentre altre 29 persone sono state denunciate con l’accusa di truffa in concorso.

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L’indagine di fine 2015 ella Squadra Mobile era partita su un traffico di droga, ma poi si è sviluppata nel nuovo filone delle truffe sotto la direzione della Procura della Repubblica di Pescara, e con la collaborazione del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescara.
Il sodalizio criminale avrebbe compiuto almeno 40 truffe tra le province di Pescara e di Chieti, le quali avrebbero fruttato oltre 300mila euro.

Per quanto concerne le modalità nelle quali veniva messo in atto il raggiro dai protagonisti della banda, questi ultimi avrebbero seguito uno schema praticamente identico in ogni occasione, come specificato dalla polizia:

[…] individuazione di persone in difficoltà economiche a cui veniva proposta l’erogazione di un finanziamento attraverso una richiesta inoltrata a banche e società finanziarie di Pescara e Chieti. Tali soggetti, a cui veniva fornita una falsa documentazione attestante il possesso dei requisiti per accedere ai finanziamenti (buste paga, documentazione INPS, dichiarazioni dei redditi) venivano accompagnati presso istituti bancari e società finanziarie dai componenti dell’organizzazione che li assistevano in tutti gli adempimenti burocratici. Una volta ottenuti i finanziamenti, una parte del compenso veniva ceduto ai membri dell’associazione, mentre il soggetto beneficiario tratteneva la restante somma, limitandosi poi a restituire solo le prime rate di rimborso.