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Si va avanti con lo sgombero, presidio al mercatino dei senegalesi

«Non posso sospendere l’ordinanza, ma troveremo una soluzione a tutela dei diritti di tutti, e che ripristini la legalità e affronti i doveri».

Con queste parole il sindaco di Pescara Marco Alessandrini ha confermato questa mattina, sabato 8 agosto, che si darà seguito all’ordinanza di sgombero del mercatino dei senegalesi nell’area di risulta a due passi dalla stazione centrale, dopo il confronto aperto avuto con i rappresentanti del mercatino.

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Nei pressi della stazione ferroviaria ci sono circa 300 persone e 150 bancarelle che vendono un po’ di tutto. Sono tutti del Senegal e i primi ad arrivare in città lo fecero nel lontano 1984, poi via via la comunità è diventata sempre più ampia.

 

«Non abbiamo mai fatto casino», dicono alcuni di loro, «abbiamo mogli e figli e non è giusto cacciarci in questo modo, nemmeno le pecore si sgomberano. Ci siamo svegliati una mattina e abbiamo trovato i cartelli del Comune attaccati al muro. Noi siamo pronti a migliorare la nostra situazione lavorativa, ma ci dicessero che cosa dobbiamo fare e dove possiamo spostare le nostre bancarelle. Anche noi subiamo la crisi, nonostante si stia tutto il giorno non sono alti i guadagni».

Queste le parole del sindaco Alessandrini:

«Mi sono fatto portatore delle istanze oggi stesso dal prefetto per chiedere al sistema istituzionale che ci ha sollecitato questo adempimento, la valutazione dei risvolti sociali dell’azione, valore, questo, di cui a noi non sfugge l’importanza pur dovendo assicurare che su tutto il territorio cittadino si rispettino le leggi e non si commettano reati. Da parte sua c’è stata la disponibilità a fornirci buoni suggerimenti affinché l’esecuzione dell’ordinanza avvenga nella maniera più tranquilla possibile. L’atto nasce da un’esigenza di incolumità pubblica e sicurezza urbana, non ci sono altre motivazioni dietro il provvedimento, né di natura commerciale, tantomeno di natura razziale, sentimento che non mi appartiene per storia e cultura personale. Siamo consapevoli dell’importanza che questo insediamento ha, io penso ai diritti delle persone e soprattutto anche ai doveri che qui sono il riflesso della stessa medaglia. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare con chi rispetta le regole, ma questo è il punto, non si può ignorare lo stato dei luoghi che è sotto gli occhi di tutti, né che su un tratto di strada si vendano merci contraffatte e i rischi derivanti dalla violazione delle regole. Sono convinto che l’immigrazione sia una risorsa, ma deve andare a braccetto con la legalità».

Il sindaco, dopo aver firmato l’ordinanza di sgombero, ha assicurato che sarà trovata una soluzione alternativa e che, in attesa di un’altra area compatibile alle esigenze, si pensa a un mercato di prodotti etnici.

Nel frattempo stasera, a partire dalle ore 22, è stato organizzato un presidio denominato “Notte bianca solidarietà-No allo sgombero dei senegalesi”.

«Confidiamo», dicono gli organizzatori, «che l’amministrazione comunale di Pescara rinunci a operare blitz che non le farebbero onore e intraprenda la strada del dialogo costruttivo e del fattivo confronto per individuare una o più sedi idonee per il “mercatino” dei senegalesi. Ribadiamo che uno “sgombero coattivo” senza aver predisposto un’alternativa sarebbe un atto di inaccettabile prepotenza e razzismo istituzionale. Abbiamo denunciato con durezza quanto previsto in un’ordinanza che era stata tenuta nascosta e speriamo che questo sia servito a sventare il blitz».

«Grazie alla nostra mobilitazione», dice Maurizio Acerbo, «e al fatto che abbiamo rivelato che era stata firmata dal sindaco l’ordinanza 420 di “sgombero coattivo” l’amministrazione forse non potrà procedere come si riprometteva alla sciagurato blitz che aveva predisposto. Da quel che mi risulta il blitz al “mercatino” era stato già fissato per martedì prossimo alle 6 di mattina. Tutto era ed è pronto per lo sgombero con tanto di ordini di servizi e persino relativa autoambulanza. L’ambiguità delle dichiarazioni del sindaco Marco Alessandrini che non revoca l’ordinanza è grave quanto il fatto che avesse predisposto il tutto senza neanche aver prima avviato un confronto con i senegalesi e i sindacati che li rappresentano. L’ordinanza per non farci fare il bagno tra gli escrementi l’ha stoppata mentre quella per sgomberare con un blitz i senegalesi no! Lo scaricabarile col Prefetto è ridicolo: è il sindaco che firma le ordinanze e poteva chiedere il tempo per predisporre alternative. Anche quanto riferisce il sindaco è davvero ambiguo quando ci comunica che il Prefetto ha dato “la disponibilità a fornirci buoni suggerimenti affinché l’esecuzione dell’ordinanza avvenga nella maniera più tranquilla possibile”. Che significa? Che saranno sgomberati col cloroformio? Trovo anche ridicolo e grottesco che esponenti di questa maggioranza comunale facciano complimenti ai senegalesi per aver dimostrato senso di responsabilità e volontà di dialogo. Sono sindaco e giunta che devono dimostrare queste doti che finora sono mancate visto che avevano predisposto un blitz invece di discutere e trovare soluzioni. Sono loro quelli impreparati! I senegalesi sono povera gente, stranieri senza diritto di voto. Se il Comune gli chiede di fare una cosa la fanno e infatti è bastato oggi un incontro – convocato solo dopo che sono state scoperte ordinanze – per ottenere che da soli rimuovessero strutture che son considerate inidonee o pericolose. Non si poteva fare prima? ».

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